Non conoscevo Lars Kepler ed è stato grazie al passaparola
che sono stata spinta a leggere questo romanzo. Sono convinta che il
passaparola entusiastico dei lettori sia la via migliore per trovare dei
romanzi davvero interessanti.
Questo thriller, ambientato in Svezia, mi è piaciuto sin
dall’inizio, anche se i personaggi erano tanti già dalle prime pagine, e facevo
un po’ di fatica a ricordare da subito chi fosse cosa, l’effetto ottenuto è
stato perfetto, perché è stato un po’ come trovarsi all’improvviso catapultati
nel bel mezzo di un avvenimento in pieno corso, con tutti i protagonisti
presenti. Insomma molto realistico perché, se posso permettermi l’esempio,
quando si arriva ad una festa dove non si conosce nessuno non è che le persone
ci vengono presentate poco alla volta giusto per non confonderci le idee.
Infatti, giunti alla festa, ci verranno presentate tante persone e, via via,
durante il suo svolgimento, ci faremo un’idea su ciascuno di loro, man mano che
li sentiremo parlare o li osserveremo.
Così Kepler ci porta a Birgittagarden, una casa di
accoglienza per ragazze problematiche. Qui, durante la notte, la giovane
Miranda è stata assassinata e il suo cranio è stato sfondato selvaggiamente.
Miranda giaceva sul letto e con le mani si copriva gli occhi.
Ma Miranda non è l’unica vittima, infatti, a distanza di
pochi minuti si scopre anche il corpo dell’infermiera che era di turno,
Elisabet, moglie di Daniel, lo psicologo delle ragazze. Il suo corpo viene
rinvenuto nella grande lavanderia e il modus operandi del killer è lo stesso.
Il commissario della polizia criminale, Joona Linna, viene
inviato sul luogo solo in veste di osservatore in quanto è per lui in corso
un’indagine disciplnare.
Ma il poliziotto dagli occhi di ghiaccio non riesce a rimanere
in disparte, soprattutto quando si scopre che Vicky, una delle ospiti della
casa, è fuggita in piena notte con degli abiti insanguinati mentre sotto il suo
cuscino viene rinvenuto un martello ancora luccicante di sangue.
Vicky fugge e, nel farlo, ruba un’auto all’interno della
quale si trovava Dante, un ignaro bimbetto di quattro anni che la madre aveva
lasciato solo per qualche secondo per via di un bisogno impellente.
Ma che fine avranno fatto i due fuggiaschi? Sono morti in
fondo al fiume o cosa? E perché Vicky
avrebbe ucciso le due donne?
Ma soprattutto chi è la donna che chiama continuamente la
polizia dicendo di aver visto il fantasma di Miranda e di conoscere l’arma del
delitto?
Un romanzo che si fa leggere quasi tutto d’un fiato (dico
quasi perché le pagine sono tante), molto avvincente, con personaggi ben
caratterizzati.
Il finale lascia presagire ad un seguito che però non ha a
che fare con la storia appena conclusasi, bensì con un caso passato seguito da
Joona Linna.
Davvero una bella scoperta.
1 commenti:
Molto bella l'immagine della festa :) !!!
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