mercoledì 12 dicembre 2012

LA PREDA - Irene Nemirovski

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More about La preda
Gli anni descritti dalla Nemirovski sono più o meno sempre quelli che vanno tra la prima e la seconda guerra mondiale. 
Questo romanzo non è, tra i suoi, uno di quelli che ho più gradito, forse perché la storia mi pare scorrere stancamente, però quello che cattura è sempre il suo modo di descrivere gli stati d’animo. Sembra quasi di vivere l’angoscia del protagonista, Jean Luc, un giovane spiantato, la cui famiglia, un tempo di media estrazione, si trova ad affrontare un periodo difficile, il padre malato, la matrigna una donna molto debole e un fratellastro ancora troppo giovane per farsi carico dei bisogni  familiari.
In questa situazione triste e buia Jean Luc crede di aver trovato in Edith l’amore della sua vita, ma presto viene disilluso dalla scoperta dell’imminente fidanzamento di lei con un ricco rampollo. E qui assistiamo alla decisione che fa prendere una svolta alla vita del nostro protagonista. Jean Luc infatti, ormai disamorato, decide di possedere comunque la ragazza e strada facendo elabora il piano di ingravidarla in modo da sposarla e assicurarsi un posto nella buona società.
Ma sovente a fare i conti senza l’oste non è che ci si guadagni poi tanto. Il piano fino ad un certo punto ha successo ed Edith rimane incinta, ma il suocero non approva l’unione tra i due ragazzi e li abbandona sul lastrico, raggiungendoli presto per via del fallimento che porterà alla sua rovina.
Insomma una vita, quella di Jean Luc, senza amore, sempre a caccia di una posizione che gli consenta di essere preso in considerazione, di poter mostrare il suo vero valore in una società che bada alle apparenze più che alla sostanza.  Una corsa disperata, la sua,  che gli farà perdere di vista il valore più grande della giovinezza, la libertà
 E quando Jean Luc finalmente senza rendersene quasi conto incontrerà l’amore questo non lo riconoscerà e prenderà un’altra strada…

sabato 8 dicembre 2012

Giovani Dentro by HERMIONEGINNY

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More about Prima del futuro
PRIMA DEL FUTURO di JAY ASHER e CAROLYN MACKLER

 È il 1996. Emma ha ricevuto dal padre un computer, per tacitare i suoi sensi di colpa per la sua nuova famiglia. Josh, il suo vicino di casa e migliore amico fino a pochi mesi prima, le porta un cd rom per accedere a internet, visto che lui non ha il computer. Con il filo del telefono che si allunga per casa e la connessione a 56kb Emma si connette e subito si carina una pagina strana. Ha una linea blu in alto, si chiama Facebook ed è pieno di parole e immagini. Di Emma. O meglio, di una Emma sulla trentina, sposata con uno sconosciuto. Dentro di sé sente due voci contrastanti: se una parte immagina che quello sia il futuro, l'altra pensa che sia impossibile. Ma quale altra spiegazione può esserci? Emma chiama Josh, che scopre di essere sposato con la più bella della scuola. È soddisfattissimo del suo futuro, al contrario di Emma, che si vede infelice. Basta poco per cambiare futuro, una telefonata, una frase detta a voce alta. Ogni volta lo scenario è diverso, ma la conclusione non cambia: Emma è infelice. Ed Emma capisce che se vuole essere felice nel futuro deve cominciare a costruire ora la sua felicità.

Un'idea eccellente. Vi ricordate come era la vita prima dell'adsl per tutti? Il filo su cui qualcuno inciampava almeno una volta la settimana, un paio di email a cui rispondere e un pezzo di carta con scritto le cose da cercare, visto che spesso la rete si incantava. Sembra un secolo fa. Ormai ci affidiamo tutti a internet e i social network sono nati per avvicinare persone lontane fisicamente, ma vicine di spirito. Hanno cambiato il nostro modo di comunicare. Nei capitoli si alternano Emma, la tipica adolescente che vede come insormontabili piccoli problemi, e Josh, più solido e razionale. Amici, divisi dalla prima di Toy Story per un bacio mai dato. Una sorta di Dawson e Joey (gli anni sono gli stessi). E come loro anche Emma e Josh si interrogano sul futuro. Il loro, ma anche quello di una società che mette in piazza foto buffe e stati d'animo transitori senza un vero motivo, se non quello di colmare la solitudine. Quattro stelline perché non spiega come sia stato possibile per Emma vedere il futuro.
Nel 2013 dovrebbe essere tratto un film da questo libro.

Dalle parole degli autori
* Sesto mese di disoccupazione. Dicono che è la crisi, ma comincio a credere di essere io. Trentun anni è troppo presto per essere una fallita.
* «Ti ha spezzato il cuore! Come puoi chiamarlo amore quando ti ha fatto così male?» Kellan si infila un’altra patatina in bocca. «Era amore perché ne valeva la pena.»
* «Cosa studi?» domanda il padre di Tyson. «Il Vietnam.» Stacco un altro morso di pizza e poi mi pulisco le mani sul tovagliolo. «All’esame ci sarà una domanda sulla Teoria del domino.» «Me la ricordo» dice, e poi guarda per qualche secondo i due che bisticciano in tv. «Se non blocchiamo sul nascere gli eventi negativi, continueranno a diffondersi finché non saranno quasi impossibili da fermare.» «Sì, credo che funzioni così.» «Ancora oggi, quando ripensiamo a quella guerra,» continua «non abbiamo modo di sapere con certezza cosa sia andato perso e cosa salvato. Ma questo è quanto. La storia è un casino quando ti ci trovi in mezzo.»
* «In un certo senso, sono felice che Facebook sia sparito» dice Emma. «Odiavo essere ossessionata da quello che non avrei voluto in futuro.» «È meglio concentrarsi su quello che vuoi ora» dico. Lei apre appena le labbra. «Sto cominciando a capirlo.» «Vorrei tanto scoprire...» dico, avvicinandomi «cosa cambierà davvero a partire da questo istante.» Sento il suo fiato sulle mie labbra mentre entrambi sussurriamo: «Tutto, speriamo».

Internet
Sito di Carolyn Mackler: http://www.carolynmackler.com/
Intervista agli autori (sottotitoli in italiano): http://youtu.be/54imJ5iytKU

Dati tecnici
Jay Asher e Carolyn Mackler, Prima del futuro (The Future of Us), Giunti (Y), pagine 400
ISBN: 9788809771314

lunedì 26 novembre 2012

Giovani dentro by HermioneGinny

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More about Nix
NIX di ELISABETTA OSSIMORO

 Nicodemo Orsini ha diciannove anni ed è all'ultimo anno del liceo scientifico. Sta con Giulia, la bella ma sciocca ragazza del liceo accanto. I suoi migliori amici sono Ermanno, che si barcamena tra due ragazze, e Ottilia, che frequenta un uomo più grande solo per sentirsi adorata. Nix e i suoi amici stanno per affrontare la maturità, dentro sono ancora bambini che vivono i problemi quotidiani come tragedie, che non si vedono (ma vedono bene chi gli sta attorno) e per questo non sanno cosa fare della propria vita.

 All'inizio pensavo fosse l'ormai classico romanzetto adolescenziale pieno di stereotipi, ma mi sono dovuta ricredere. Quando ha scritto il libro, l'autrice non era un'adulta che rivangava i suoi ricordi, ma una ragazza poco più grande di Nico, aveva da poco finito il liceo. E si sente, perché è riuscita a farmi tornare a 12 anni fa, quando con gli occhi lucidi uscivo per l'ultima volta dal portone della mia scuola, consapevole che quei cinque anni passati lì dentro, a soffrire e a gioire sarebbero rimasti dentro di me per sempre. Nix è un ragazzo ironico che smonta gli stereotipi sui vari machi-con-cuore (bellissima la stroncatura su Ferdinando Loccia!). L'uso che fa dei “paroloni” mi ha ricordato un mio compagno (anche se in realtà era più simile a Piervi, forse quello che mi era più antipatico, ma mi è impossibile dimenticare il “transeunte tesaurizzante” di una delle ultime interrogazioni). E chi non si è mai sentito “uno studente anomalo e disinserito”? Ermanno e Ottilia sono tenerissimi, nel loro modo di porsi come adulti sfangati, ma avrei tanto voluto abbracciarli per dir loro di essere se stessi e fregarsene di quello che pensano gli altri. Ma forse la mia preferita è la ragazza di McEwan, silenziosa e invisibile, ma è l'unica che riesce a vedere le ombre del ragazzo perfetto. È un libro da regalare ai ragazzi che stanno per affrontare la maturità, perché sicuramente si riconosceranno in uno dei personaggi e perché, anche se la società ormai li giudica maturi per scegliere cosa fare del resto della propria vita, in realtà spesso non sono ancora riusciti a vedersi. E poi Nix adora Harry Potter... già solo con questo mi aveva conquistata!

Dalle parole dell'autrice
* Per gente come noi, la malinconia è uno stato di grazia.

Internet

Dati tecnici
Elisabetta Ossimoro, Nix, Sangel Edizioni, pagine 138
ISBN 9788897040378

INTERVISTA A ELISABETTA OSSIMORO, AUTRICE DI “NIX”
Dal suo blog http://elisabettaossimoro.blogspot.it/
Elisabetta Ossimoro è nata nel 1987 a Torino, dove si è recentemente laureata magistrale in Letteratura, Filologia e Linguistica italiana con il massimo dei voti e la dignità di stampa. Nel tempo libero scrive articoli di letteratura e cinema per forum e riviste culturali. Ha scritto questo romanzo a vent’anni, quale ideale suggello alla sua esperienza liceale.
Più prosaicamente:
Figura retorica, nottambula, apprendista filologa romanza, cinefila e bibliofila incallita (andate QUI se volete farvi un pisolino all'ombra dei suoi articoli), sognatrice, pontificatrice letteraria, appassionata di make-up e laccatura unghie (andate QUI per scoprire il suo lato frivolo!). In due parole? Contraddittoria e infaticabile (purchè non ci sia da alzarsi presto al mattino!)

Ciao Elisabetta e benvenuta sul blog.
Com'è nata l'idea per Nix?
Buongiorno a tutti i lettori di Letto Tutto!
Dunque, l’idea di Nix è nata per necessità: se ora le librerie rigurgitano di romanzi pseudo erotici, ieri pullulavano di creature fatate (vampiri, licantropi, angeli, zombie…), sei anni fa la tendenza corrente vedeva imperversare Federico Moccia e tutti i suoi emuli, con la loro visione zuccherosa e insopportabile dell’adolescenza.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettura di un romanzo “alla Moccia” scritto –con un certo successo- da una ventenne di Roma: quando gli adolescenti hanno cominciato a rispecchiarsi nella tendenza, e quindi a mettere in scena una caricatura di se stessi, per me è arrivato il momento di dire basta.
Insomma, Nix è stato un atto di ribellione contro una visione degli adolescenti che non ho mai condiviso e che ha paradossalmente finito per far credere a tanti ragazzi della mia generazione di essere effettivamente così.
Il romanzo è scritto in prima persona da un ragazzo. Perché hai scelto questo punto di vista?
Se mi avessero fatto questa domanda sei anni fa, avrei solo potuto rispondere che, visto che la protagonista del mio romanzo precedente era una donna, scrivere nei panni di un uomo mi sembrava il modo giusto per affrontare una nuova sfida narrativa.
Oggi rispondo che c’era anche dell’altro: nel corso della mia adolescenza mi sentivo parecchio in conflitto con la mia femminilità (in modo del tutto inconsapevole) e scrivere da uomo mi faceva sentire più sicura. Inoltre mi permetteva di sondare il conflitto tra l’essere e l’apparire (che è uno dei temi fondanti di Nix) senza andare ad incagliarmi in discorsi che esulavano da quello che volevo comunicare.
Qual è il tuo personaggio preferito? E quello che trovi meno simpatico?
Devo dire che sono affezionata a tutti i personaggi di Nix, compresi quelli che mi sono cordialmente antipatici, infatti in ogni intervista rispondo con uno diverso, per poterne parlare. Oggi mi sento in vena di nominare un personaggio per me molto importante, ma cui quasi nessuno fa riferimento nelle recensioni: la professoressa Galbiati. E’ un personaggio che da principio non riesce a battersi per ottenere ciò che vuole e finisce schiacciata dagli eventi: Nicodemo le dà una mano in un momento difficile, che segnerà per lei una sorta di rinascita. Questa rinascita, però, non è del tutto positiva, perché in questa occasione lei perderà del tutto anche la sua innocenza.
Come personaggio antipatico cito Piervi: è figlio di due docenti di lettere dell’Università, ma non sa neanche parlare in italiano ed è piuttosto arrogante nell’espressione delle sue idee; anche lui è, in fondo, l’incarnazione di un conflitto, di una ribellione.
In un’occasione si mostra, in un certo senso, superiore al suo “antagonista” Nicodemo, perché la sua visione ingenua del mondo si rivela più limpida rispetto a quella di Nix.
Quanto c'è di autobiografico nel romanzo?
Alcune cose, ma meno di quanto si possa immaginare: i personaggi sono tutti completamente inventati, mescolando caratteristiche di persone che conosco o di personaggi che ho incontrato sulle pagine dei libri.
Deluderò un po’ di appassionati dicendo che la figura della ragazza di McEwan non è così tanto autobiografica come gran parte dei miei lettori sospetta (e come qualcuno scrive nelle recensioni): oltre a non sapere disegnare (attività in cui questo personaggio, invece, eccelle) io sono una logorroica che ha sempre tenuto il suo spazio, per cui una persona silente, affilata e invisibile come lei non rientra in quello che era il mio ritratto da liceale. Forse l’unica scena in tutto e per tutto autobiografica, che vede implicata la ragazza di McEwan, è quella in cui lei si rivela l’oggetto della diatriba nella hall dell’albergo, perché nessuno la vuole in stanza: è successo a me proprio in quella occasione, essenzialmente perché i miei amici dell’epoca non erano tra i partecipanti alla gita.
Per cui, alcuni episodi sono autobiografici, però mi sono divertita a darne letture completamente diverse, spesso stravolgendone il significato: la gita a Barcellona è realmente stata la mia gita scolastica del’ultimo anno di liceo (e sulla pagina Facebook dedicata a Nix ho pubblicato recentemente un itinerario fotografico nixiano della città), la scena del “travestimento coatto” di Piervi è stata divertentissima e la “vittima” – un mio amico - del tutto consenziente nella realtà (e non è stata fatta a Barcellona). Da ultimo: all’epoca era autobiografica la visione del mondo di Nicodemo, naturalmente.
Stai pensando a un nuovo libro?
Dopo tanto tempo (quasi sei anni) posso finalmente rispondere: sì, attualmente ho in mente due progetti, uno di narrativa e un altro di saggistica. Per ora non anticipo nulla, è un “work in progress” assoluto.
Visto che si avvicina Natale, cosa ci consigli di regalare agli amici lettori?
Non c’è niente di più adatto di “Venere in metrò”, l’ultimo libro di Giuseppe Culicchia, per ridere amaramente di quanto sia povera la nostra vita piena di “cose”: la protagonista, Gaia, vive perennemente attaccata al suo iMac, ha un iPad, un iPod e un iPhone, è sempre incollata a blogger, twitter, facebook e youtube, però non parla mai con sua figlia. Da leggere e meditare.
Buone feste a tutti i vostri lettori!

Grazie per il tempo e le risposte che ci hai regalato!
Vi ricordo la catena di lettura su anobii, dove potete leggere il libro gratuitamente: http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3205420#new_thread



lunedì 12 novembre 2012

Giovani dentro by HermioneGinny

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More about Hunger Games
 HUNGER GAMES di SUZANNE COLLINS
In un futuro post-apocalittico il Nord America non esiste più. Al suo posto c'è Panem. La capitale è la ricca e avveniristica Capitol City, circondata da tredici distretti. Decenni prima i distretti si sono ribellati e la capitale per punizione ha distrutto il Distretto 13 e ha inventato gli Hunger Games: ogni anno i distretti devono sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciotto anni, che partecipano a un reality show molto particolare. Infatti vince l'unico che rimane in vita. Una lotta all'ultimo sangue, tra fame, eventi climatici avversi, ibridi e ferite, ogni giorno più difficile del precedente per non annoiare i telespettatori. Un sadico gioco al massacro, seguitissimo, con ricchi sponsor che mandano doni ai tributi più promettenti.
Quando viene estratto il nome della sorella Prim, Katniss si offre volontaria al suo posto. Lei è abituata a cacciare oltre la recinzione, mentre la piccola Prim curerebbe ogni gatto pieno di vermi che incontra. Non resisterebbe nemmeno un minuto nell'arena. Insieme a Katniss è estratto Peeta, il figlio del fornaio, con il quale ha un debito antico. E ora deve scegliere tra la sopravvivenza e la gratitudine, tra nuovo e vecchio, tra amicizia e amore. Che gli Hunger Games abbiano inizio. E che la buona sorte sia sempre con voi.

Spietato.Panem è un incubo pieno di cinismo totalitaristico, dove si può solo obbedire, mai dissentire, pena punizioni terribili (come diventare servi senza-voce, a cui è stata tagliata la lingua). I tributi riportano alla mente i gladiatori, perché devono combattere per la vita; il mito del Minotauro (per punizione Atene doveva spedire a Creta ogni anno sette ragazzi e sette ragazze), anche se qui la mietitura è causa di diseguaglianza sociale, infatti i ragazzi più poveri possono acquistare delle tessere per il cibo, ma ogni tessera costa una possibilità in più di essere estratti, e ogni anno le nomination si sommano alle precedenti; i reality-show, con il loro modo di obnubilare la mente degli spettatori e convincerli ad accettare scene turpi e gli sponsor che aiutano solo i tributi più belli, affascinanti e coraggiosi.
Straziante. L'amore di Katniss per Prim, il suo amore-odio per la madre, la repulsione per ciò che sono costrette a subire, la mancanza di speranza per il futuro (ricorda niente? Anche nella realtà i giovani sono gli oppressi, costretti a subire decisioni dall'alto). L'affetto per Gale e la riconoscenza per Peeta. E la piccola Rue, credo non si possa restare a occhi asciutti davanti alla sua fine. Il calore del Distretto 11, con il piccolo costoso pane donato a Katniss per la sua gentilezza. E il gesto del Distretto 12, il regalo di Madge e i biscotti del fornaio (piccola selezione dei momenti da fazzoletto).
Un romanzo straordinario, che consiglio a tutti (e che ho già iniziato a regalare ai miei seguaci harrypotteriani).

Dalle parole dell'autrice
* Non appena l'orologio cittadino batte le due, il sindaco sale sulla pedana e comincia a leggere. È la stessa storia ogni anno. Racconta di Panem, la nazione risorta dalle ceneri di un luogo un tempo chiamato Nord America. Elenca i disastri, le siccità, gli uragani, gli incendi, l'avanzare dei mari che inghiottirono buona parte della terraferma, la lotta brutale per le poche risorse rimaste. Il risultato fu Panem, una splendente Capitol City attorniata da tredici distretti, che portò pace e prosperità ai suoi cittadini. Poi vennero i Giorni Bui, la rivolta dei distretti contro la capitale. Dodici furono sconfitti, il tredicesimo distrutto. Il Trattato del Tradimento ci diede nuove leggi, per assicurare la pace e per ricordarci ogni anno che i Giorni Bui non dovranno più ripetersi, e ci diede anche gli Hunger Games. Le regole sono semplici. Come punizione per la rivolta, ognuno dei dodici distretti deve fornire due partecipanti, un ragazzo e una ragazza, chiamati tributi. I ventiquattro tributi vengono rinchiusi in un'ampia arena all'aperto che può contenere di tutto, da un torrido deserto a una landa ghiacciata. Per varie settimane i concorrenti devono combattere sino alla morte. L'ultimo tributo ancora in piedi vince.
* Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!
* Mi offro volontaria come tributo!
* Invece di rispondere all'applauso, me ne resto lì immobile, mentre loro mettono in atto la più audace forma di disapprovazione di cui possono disporre. Il silenzio. Che dice che non siamo d'accordo. Che non perdoniamo. Che tutto questo è sbagliato.
*  Prima uno, poi un altro, poi quasi tutti i componenti del pubblico portano le tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e le tendono verso di me. È un antico gesto del nostro distretto, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta ai funerali. Significa grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene.
* Alla fine, arriva anche Gale. Magari non c'è niente di romantico tra noi, però², quando spalanca le braccia, io non esito a tuffarmici dentro. Il suo corpo mi è familiare - il modo in cui si muove, il profumo di fumo di legna che emana, nei momenti di quiete dalla caccia ho imparato a conoscere persino il battito del suo cuore - ma questa è la prima volta che lo sento davvero, snello e muscoloso, contro il mio.
* All'ultimo momento mi ricordo della piccola spilla d'oro di Madge. La studio con attenzione per la prima volta. È come se qualcuno avesse modellato un piccolo uccello d'oro e poi ci avesse fissato un anello intorno. L'uccello è collegato all'anello solo per la punta delle ali. All'improvviso lo riconosco. È una ghiandaia imitatrice. È un buffo uccello, e una sorta di schiaffo morale per Capitol City. Durante la rivolta il governo della capitale fece allevare vari tipi di animali geneticamente modificati da usare come armi. In genere erano definiti ibridi, o ibridume. Uno di quegli animali era un uccello detto ghiandaia chiacchierona, che aveva la facoltà di memorizzare e riferire intere conversazioni umane. Erano uccelli viaggiatori, e solo i maschi furono liberati nelle regioni in cui si sapeva che si nascondevano i nemici di Capitol City. Dopo aver raccolto una certa quantità di discorsi, gli uccelli volavano nei centri dove i loro racconti venivano registrati. La gente ci mise un po' a capire come le conversazioni private venissero trasmesse, poi, ovviamente, i ribelli rifilarono a Capitol City una menzogna dietro l'altra, e tutta la storia divenne una barzelletta. I centri furono chiusi e gli uccelli abbandonati a se stessi. Ma non morirono. Anzi, le ghiandaie chiacchierone si accoppiarono con femmine di mimo e crearono una specie completamente nuova, che poteva riprodurre sia il fischio degli uccelli sia le melodie umane. Avevano perduto la capacità di ripetere frasi e parole, ma riuscivano a imitare certi vocalizzi umani, dal gorgheggio acuto di un bambino ai toni profondi di un uomo. E persino canzoni. Non solo qualche nota musicale, ma intere canzoni, se avevi la pazienza di cantargliele e se a loro piaceva la tua voce.
* -Sono io che faccio le torte - mi confessa. -Le torte? - chiedo. Mi ha impensierito vedere il ragazzo del Distretto 2 che trapassava il cuore di un manichino con una lancia da una distanza di quindici metri. - Quali torte? -A casa. Quelle glassate, per la panetteria – dice. Intende quelle che tengono in vetrina. Torte elaborate, con fiori e decorazioni di glassa. Sono per i compleanni o per Capodanno. Quando siamo in piazza, Prim mi trascina sempre a contemplarle, anche se non ce ne siamo mai potute permettere una. C'è così poca bellezza nel Distretto 12, che non mi sento di dirle di no. Studio il disegno sul braccio di Peeta. Il motivo alternato di luci e ombre ricorda il sole che filtra tra le foglie nei boschi. Mi chiedo da dove gli venga, visto che dubito sia mai stato al di là della recinzione. Forse da quel vecchio melo incolto che c'è nel suo cortile? Per qualche ragione, tutto questo - la sua abilità, quelle torte irraggiungibili, gli apprezzamenti dell'istruttore di mimetizzazione - mi infastidisce. -Carino. Se solo tu potessi glassare a morte qualcuno - dico.
* Gale divenne molto più di un compagno di caccia. Divenne il mio confidente, uno con cui condividere pensieri che non avrei mai potuto esprimere all'interno della recinzione. In cambio, lui mi affidò i suoi. Quando ero nei boschi con Gale, a volte ero davvero felice. Lo chiamo amico, ma nell'ultimo anno questa definizione mi è sembrata riduttiva per quello che Gale significa per me. Una fitta di nostalgia mi attraversa il petto. Se solo fosse con me, adesso! No, in realtà non è questo che voglio. Non vorrei mai Gale nell'arena, a morire nel giro di qualche giorno. È solo... È solo che mi manca. E odio essere così sola. Lui sente la mia mancanza? Deve sentirla.
* A Capitol City la gente fa interventi chirurgici per apparire più giovane e magra. Nel Distretto 12 i segni della vecchiaia sono una specie di conquista, data la quantità di persone che muoiono giovani. Appena vedi un anziano, vuoi quasi congratularti con lui per la sua longevità, chiedergli il segreto della sopravvivenza. Una persona ben pasciuta la invidi, perché non tira avanti a fatica come la maggior parte di noi. Ma qui è diverso. Le rughe non sono apprezzate. Una pancia rotonda non è indice di successo.
* -Spero solo di non comportarmi in modo vergognoso e...- Esita. -E cosa?- chiedo.
-Non so bene come dirlo. Solo non voglio...perdere me stesso. Ha un senso?- chiede. Scuoto la testa. Come potrebbe perdere se stesso? -Non voglio che mi cambino là dentro. Che mi trasformino in una specie di mostro che non sono. Mi mordo il labbro inferiore. Mentre io stavo elucubrando sull'arena e sulla disponibilità di alberi, Peeta era alle prese con il problema di conservare la sua identità. La purezza del suo io. -Vuoi dire che non ucciderai nessuno?- chiedo. -No. Quando arriverà il momento sono sicuro che ucciderò come chiunque altro. Non posso darmi per vinto senza combattere. Solo continuo ad augurarmi di trovare un modo per...per dimostrare a quelli di Capitol City che non sono una loro proprietà. Che sono più di una semplice pedina.
* Buona fortuna, ragazza in fiamme.
* Signore e signori, che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
* Sprofondo in un incubo dal quale mi risveglio ripetutamente solo per trovare ad attendermi un terrore più grande. Tutte le cose che temo di più si manifestano in dettagli talmente vividi da togliermi ogni dubbio sulla loro realtà. Ogni volta che mi sveglio, penso “Finalmente è finita”, ma non è mai così. È solo l'inizio di una nuova fase della tortura. In quanti modi guardo Prim morire, rivivo gli ultimi momenti di mio padre, sento il mio corpo squarciarsi? È questa la natura del veleno degli aghi inseguitori, creato per colpire con precisione estrema la zona nel cervello umano in cui dimora la paura.
* Distruggere le cose è molto più facile che fabbricarle.
* Sono quelli di Capitol City che odio, perché stanno facendo questo a tutti noi. La voce di Gale nella mia testa. Le sue farneticazioni contro Capitol City non più prive di senso, non più ignorabili. La morte di Rue mi obbliga ad affrontare la mia stessa ira contro la crudeltà e l'ingiustizia cui ci condannano. Ma qui, ancora più che a casa, mi sento impotente. Non c'è modo di vendicarsi di Capitol City. Oppure c'è? Ricordo le parole di Peeta sul tetto. «Solo continuo ad augurarmi di trovare un modo per... per dimostrare a quelli di Capitol City che non sono una loro proprietà. Che sono più di una semplice pedina nelle loro mani.» E per la prima volta capisco cosa intende.Voglio fare qualcosa, proprio qui, proprio adesso, per farli vergognare, per renderli responsabili, per mostrare a quelli di Capitol City che qualunque cosa facciano o ci costringano a fare, c'è una parte di ciascun tributo che non riusciranno a possedere. Che Rue era qualcosa di più di una pedina nelle loro mani. E anch'io. Nel bosco, a pochi passi, c'è un folto di erbe selvatiche. Forse sono solo erbacce, ma hanno fiori dalle belle sfumature di violetto, giallo e bianco. Ne raccolgo una bracciata e ritorno accanto a Rue. Lentamente, sistemandoli uno alla volta, orno il suo corpo con i fiori. Copro la ferita orrenda. Le inghirlando il viso. Intreccio i suoi capelli di colori vivaci. Dovranno mostrarlo. Oppure, anche se decidono di puntare le telecamere altrove in questo momento, dovranno puntarle di nuovo qui, quando raccoglieranno i corpi, e tutti la vedranno e sapranno che sono stata io a farlo. Faccio un passo indietro e do un ultimo sguardo a Rue. Potrebbe anche essere addormentata in quel prato, dopotutto. -Ciao, Rue - sussurro. Premo le tre dita centrali della mano sinistra contro le labbra e le tendo verso di lei. Poi me ne vado senza voltarmi indietro.
* Apro il paracadute e trovo una pagnottina. Non è di quelle bianche e di buona qualità di Capitol City. E fatta con i cereali scuri razionati e ha la forma di una mezzaluna. Cosparsa di semi. Mi ricordo improvvisamente della lezione di Peeta sui tipi di pane dei vari distretti, al Centro di Addestramento. Questo pane viene dal Distretto 11. Sollevo con cautela la pagnottina ancora calda. Quanto dev'essere costata agli abitanti del Distretto 11 che non riescono a nutrire nemmeno se stessi? Quanti di loro hanno dovuto privarsi di qualcosa per ricavare a fatica una moneta e contribuire alla colletta per questa singola pagnottina? Era destinata a Rue, sicuramente. Ma invece di ritirare il dono, quando lei è morta hanno autorizzato Haymitch a darlo a me. Come ringraziamento? Oppure perché, come a me, a loro non piace lasciare debiti non saldati? Qualunque sia il motivo, questa è una novità assoluta. Un regalo da un distretto a un tributo non suo. Alzo il viso e mi sposto sotto gli ultimi raggi calanti del sole. - I miei ringraziamenti alla gente del Distretto 11 - dico. Voglio che sappiano che so da dove è venuto. Che è stato riconosciuto il valore del loro regalo.
* -Come fai a cacciare? - mi chiede. -Credimi, uccidere è molto più facile - ribatto. - Anche se, per quanto ne so, ti sto uccidendo. -Puoi fare un po' più in fretta? - domanda. -No. Zitto e mangia le tue pere - rispondo.
* Oh, Gale, penso. Se solo fossimo insieme ora...
* Haymitch l'ha detto, che non sarebbe stato facile convincerti.
* - Non morire per me, non mi faresti certo un favore. Siamo d'accordo? Sono sorpresa dalla sua veemenza, ma intravedo una buona opportunità per ottenere del cibo, quindi continuo. - Forse l'ho fatto per me stessa, Peeta, ci hai mai pensato? Forse non sei l'unico... che si preoccupa per... ciò che succederebbe se... Farfuglio. Non ci so fare come Peeta con le parole. E mentre sto parlando, l'idea di perderlo davvero mi colpisce di nuovo e mi rendo conto che non voglio assolutamente che muoia. E non è per gli sponsor. Non è per ciò che accadrà a casa. Non è solo che non voglio restare sola. È per lui. Non voglio perdere il ragazzo del pane.
* «Un minatore di carbone? Perché ha voluto un minatore di carbone se poteva avere te?» Lui rispose: «Perché quando canta... si fermano ad ascoltare persino gli uccelli».
* Ho passato tanto tempo ad assicurarmi di non sottovalutare i miei avversari che ho dimenticato quanto sia pericoloso sopravvalutarli.
* Signore e signori, sono lieto di presentarvi i vincitori dei Settantaquattresimi Hunger Games, Katniss Everdeen e Peeta Mellark! Ecco a voi... i tributi del Distretto 12!
* Non ho neanche cominciato ad analizzare i miei sentimenti per Peeta. E troppo complicato. C'è quello che ho fatto per il programma, per le telecamere. Che si contrappone a quello che ho fatto per rabbia, quando ero a Capitol City. O a quello che ho fatto pensando a come sarebbe stato giudicato nel Distretto 12. O a quello che ho fatto semplicemente perché era l'unica cosa giusta da fare. E poi c'è quello che ho fatto perché mi importava di lui. Questi sono punti che andranno chiariti a casa, nella pace e nel silenzio dei boschi, quando nessuno mi starà guardando. Non qui, con gli occhi di tutti su di me. Ma non avrò quel lusso per chissà quanto tempo. E adesso la parte più pericolosa degli Hunger Games sta per cominciare.
* Voglio dirgli che non si sta comportando in modo corretto. Che io e lui eravamo estranei. Che ho fatto quello che serviva per mantenermi in vita, per mantenerci entrambi in vita nell'arena. Che non posso spiegargli come stanno le cose con Gale, perché non lo so nemmeno io. Che amarmi non è una buona cosa, perché non mi sposerò mai e lui finirebbe solo con l'odiarmi più avanti invece di adesso. Che non ha importanza se provo davvero qualcosa per lui, perché non potrò mai permettermi il genere di amore che porta a metter su una famiglia, a fare dei figli. Come fa a pensarlo, lui? Come fa, dopo quello che abbiamo appena passato? Voglio anche dirgli quanto già mi manca. Ma non sarebbe corretto da parte mia.

Internet
Il sito della casa editrice Scholastic: www.scholastic.com/thehungergames/
Trailer del film: http://youtu.be/llZXKur1bHQ


Dati tecnici
Suzanne Collins, Hunger Games, Mondadori, pagine 341
ISBN: 9788804621614

lunedì 5 novembre 2012

Giovani dentro by HermioneGinny

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More about Stormbreaker
ALEX RIDER: STORMBREAKER di ANTHONY HOROWITZ

Alex è un ragazzino di quattordici anni. Lo zio con cui ha vissuto fin da piccolo è appena morto in un incidente. L'unica persona che gli rimane è la sua tata americana, che rischia il rimpatrio. E per poter conservare la sua libertà, deve accettare di finire il lavoro inziato dallo zio, che non era un semplice impiegato di banca...

 Va be' che è una spy story, ma Alex quasi non versa una lacrima per lo zio o per il destino che l'attende! Subito pronto a mettere a frutto gli insegnamenti occulti dello zio, dalle arti marziali alle lingue straniere... Esagerato. C'è spazio solo per l'avventura e non per i sentimenti. Dai 14 anni.



Internet
Trailer del film http://youtu.be/tZgepEziqwI

Dati tecnici
Anthony Horowitz, Alex Rider: Stormbreaker, Mondadori, pagine 153
ISBN: 9788804560326


venerdì 26 ottobre 2012

Giovani dentro by HermioneGinny

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SCHEGGE DI ME di TAHEREH MAFI

 Juliette è rinchiusa da 264 giorni in una cella, senza parlare con nessuno, ma è da ancora più tempo che nessuno la tocca. Un contatto con qualsiasi parte di lei è potenzialmente fatale, sicuramente doloroso. Nessuno l'ha mai abbracciata. E poi arriva Adam, a condividere la sua cella. Sono prigionieri della Restaurazione e quando il capo del settore vuole che Juliette diventi la sua arma, Adam decide di aiutarla a fuggire. Perché lui può toccarla. E le sue mani diventano la speranza di Juliette.

I primi due terzi del libro appartengono senza dubbio al genere distopico: un mondo distrutto dagli uomini, dove la poca natura che rimane è fortemente inquinata, non c'è abbastanza cibo per tutti e i più deboli sono stati eliminati. Ritengo che sia la parte più riuscita, l'autrice si concentra soprattutto sui pensieri di Juliette, si respira il suo disprezzo per se stessa, alcune parti sono asfissianti e martellanti, tanto che ho dovuto posare il libro almeno un paio di volte per riprendere fiato, tanto mi sentivo nella sua testa. L'ultima parte è fantascienza, ricorda molto gli X-Men (infatti Juliette mi ha ha fatto pensare a Rogue). Essendo il primo libro di una trilogia, il finale lascia molte questioni  in sospeso: cosa ha causato le anormalità? Che fine ha fatto Warner? Sicuramente una lettura che proseguirò.

Dalle parole dell'autrice
* Secondo la Restaurazione occorreva assumere il controllo assoluto, occorreva salvare la società, occorreva ristabilire la pace, lo sapevi? E sapevi che secondo loro l'unico modo per ottenere la pace era eliminare tutte le voci dell'opposizione?
* Si racconta che un tempo gli uccelli volassero. Prima che lo strato di ozono si deteriorasse, prima che gli agenti inquinanti tramutassero gli animali in creature orribili diverse. A quanto pare, il tempo non è sempre stato così imprevedibile. A quanto pare, esistevano uccelli che si libravano in volo come aeroplani.
* Inceneriscono la cultura, la bellezza che risiede nella diversità. I nuovi cittadini del mondo non saranno altro che numeri: facilmente interscambiabili, facilmente rimovibili, facilmente annientabili in caso di disobbedienza. Abbiamo perso ogni umanità.
* Warner non sembra capire che crescere senza niente non mi è mai pesato. Non ho mai desiderato vestiti, scarpe perfette né beni di lusso. Non ho mai desiderato di ricoprirmi di seta. L'unica cosa che desideravo era di poter toccare un altro essere umano con le mani, e soprattutto con il cuore.
* «Siamo tutti troppo piccoli per affrontare questa vita di merda.» Kenji ansima. «Non mentire a te stesso, fratello. Nessuno dovrebbe vedere quello che abbiamo visto noi. Nessuno dovrebbe alzarsi al mattino e trovare dei cadaveri in soggiorno. Ma sai cosa ti dico? Le cose spiacevoli capitano. Bisogna affrontarle e trovare il modo di sopravvivere. Non sei l'unico ad avere problemi.»

Internet
La Rizzoli ha realizzato un bel sito per questo libro, con il booktrailer, dei test, e l'interessante esperienza del Tubereading (quattro ragazze attive su Youtube hanno letto e interpretato alcuni capitoli del libro): http://www.scheggedime.it/libro.html

Dati tecnici
Tahereh Mafi, Schegge di me (Shatter me), Rizzoli, pagine 365
ISBN 9788817056564

sabato 20 ottobre 2012

Giovani dentro by HermioneGinny

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NANCY DREW di CAROLYN KEENE

Nancy Drew è una ragazza protagonista di una serie di gialli per ragazzi pubblicata a partire dagli anni Trenta. È una detective dilettante. Vive a River Heights con il padre avvocato e la governante (la madre è morta quando era piccola). Nelle indagini spesso è assistita dalle amiche Bess e George (che sono cugine) e dal suo ragazzo Ned. Ha un'auto cabriolet di colore blu.
Nancy Drew è la protagonista di varie serie:
-        Nancy Drew Mystery Stories (Le storie del mistero di Nancy Drew): è composta da 175 libri pubblicati tra il 1930 e il 2003. Pubblicata da diversi editori, i primi 56 libri sono considerati la serie classica. Nel 1981 con il cambio della casa editrice, i libri si arricchiscono con immagini migliori in copertina (spesso più versioni dello stesso libro).
-        Nancy Drew Files: è composta di 124 libri pubblicati tra il 1986 e il 1997. Questo spin-off da una maggior enfasi all'avventura e al romanticismo.
-        Nancy Drew Notebooks (I quaderni di Nancy Drew): è composta di 69 libri pubblicati tra il 1994 e il 2005. Qui Nancy ha solo 8 anni, ma è già attiva come investigatrice.
-        Nancy Drew and the Clue Crew (Nancy Drew e l'equipaggio dell'indizio): pubblicata a partire dal 2006, è composta per ora da 36 libri. Riparte da dove si era fermata la serie dei Notebooks.
-        Nancy Drew on Campus (Nancy Drew al campus): è composta da 25 libri pubblicati tra il 1995 e il 1998. Nancy e le sue amiche sono al college e la serie si basa più sulla vita universitaria che sulle investigazioni.
-        Girl Detective (La ragazza detective): è composta da 46 libri per ora ed è pubblicata a partire dal 2004. Negli anni Novanta le vendite dei libri di Nancy Drew erano in calo, perciò questa nuova serie è scritta in prima persona da Nancy.

Esistono anche graphic novels,cross-over con altri investigatori per ragazzi e videogiochi.
Sono stati girati sei film che vedono Nancy Drew (l'ultimo del 2007, ecco il trailer http://youtu.be/kBmV1vNLJ28 ) come protagonista e anche un telefilm con tre stagioni e 46 episodi, Nel tunnel dei misteri con Nancy Drew e gli Hardy Boys (arrivato anche in Italia http://youtu.be/VVfQ5GPMraM ). Un sito non ufficiale, ma molto completo: http://nancydrewsleuth.com/ .

Carolyn Keene è lo pseudonimo sotto il quale si nasconde un gruppo di autori noto come Statemeyer Syndicate, che ha scritto svariate serie per ragazzi.

 Io ho letto “Il diario rivelatore”, in cui Nancy si ritrova ad aiutare una famiglia: il marito è finito in carcere accusato d'incendio doloso e omicidio, mentre lui sostiene di essere innocente e che il morto non sia davvero morto. L'ho trovato piacevole, non si capisce bene in che periodo possa essere ambientato anche se credo siano gli anni Trenta. Nancy mi ha ricordato Velma della Scooby Doo Squad e Veronica Mars dell'omonimo telefilm: una ragazza carina, in gamba e a cui piace aiutare gli altri.
La casa editrice Piemme pubblica i libri di Nancy Drew nella collana “Il battello a vapore”, per la fascia d'età 10-14 anni.

domenica 7 ottobre 2012

GIOVANI DENTRO BY HERMIONEGINNY

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More about Billy Bones
BILLY BONES e L'ARMADIO DEI SEGRETI di CHRISTOPHER LINCOLN

Billy Bones è uno scheletrino di dieci anni che vive con i genitori in un armadio del Maniero delle Buone Maniere. Il signor e la signora Bones sono custodi dei segreti e delle bugie della casa, e sono davvero molti, pronti a esplodere e a illuminare il mondo con la luce della verità. Billy trascorre il tempo a immaginare di essere un pirata, fino a quando giunge al Maniero Melisenda, una sua coetanea, orfana dei genitori. I due bambini diventano subito amici e vanno a caccia di avventure, fino a svelare il segreto più incredibile...

Fin da subito si capisce che è un libro per bambini, dai nove anni, direi. È piuttosto semplice, può dare un brivido durante la scoperta del grande segreto di Billy, ma è ideale da leggere in questo periodo, visto che ci avviciniamo a Halloween. Mentre lo leggevo mi immaginavo a leggerlo a un mio ipotetico figlio prima di andare a letto, secondo me si presta bene alla lettura a voce alta.
Mi ha ricordato molto “La sposa cadavere” di Tim Burton, dove il mondo dei morti è più vivace e accogliente di quello dei vivi. I cattivi sono dei super-malvagi e i buoni hanno dei piccoli segreti. Ovviamente Billy Bones e la sua passione per i pirati arrivano direttamente dall'”Isola del Tesoro” di Stevenson. Anche i disegni sono carinissimi.

Internet
Il sito dell'illustratore: http://www.aviofer.com/

Dati tecnici
Christopher Lincoln, Billy Bones e l'armadio dei segreti (Billy Bones. A Tale from the Secrets Closet), Newton Compton, pagine 257

sabato 29 settembre 2012

GIOVANI DENTRO BY HERMIONEGINNY

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More about After
AFTER di JESSICA WARMAN
Elizabeth è sulla barca del padre dopo aver festeggiato il suo diciottesimo compleanno, i suoi amici dormono, lei è sveglia, va sul ponte e... scopre di essere morta, annegata. È diventata un fantasma e a farle compagnia c'è Alex, un suo compagno di scuola investito un anno prima. Liz e Alex non sono mai stati amici. Liz era bella e popolare, lei e la sua cricca di amici erano crudeli con chi non era come loro. Alex era solitario e religioso, senza molti soldi. Tra una lite e l'altra, Liz cerca di capire cosa le è successo, ma scopre che le persone che credeva di conoscere nascondono dei segreti. E alla fine ricorda il suo segreto, quello che l'ha portata alla morte.


L'idea è intrigante: un'adolescente morta che cerca di ricordare i suoi segreti. Ma Liz, almeno fino a metà libro, è una persona odiosa: appare come la classica mean girl, interessata alle cose costose, pronta a emarginare chi è diverso da lei, ossessionata dall'aspetto fisico e dal suo ragazzo, tanto per bene (peccato spacci qualsiasi cosa a chiunque, tranne a lei). Poi, grazie ad Alex, comincia a ricordare la sua infanzia e assistiamo alla sua trasformazione. La sua non è certo stata una famiglia normale e lei ha passato tanto, troppo tempo con una madre malata che con le sue ossessioni l'ha resa facile preda di una malattia insidiosa, l'anoressia. Il mistero non è poi così misterioso, si intuisce facilmente come andrà a finire. La nota positiva è la caratterizzazione dei personaggi, che sono ben delineati e non semplici “caricature” come talvolta avviene negli young adult. Liz, Richie, Josie, Caroline sembrano reali, ricordano persone che possiamo aver conosciuto durante l'adolescenza. Un libro sui segreti e sul fatto che per quanto facciamo per farli rimanere segreti, prima o poi vengono svelati.

Dalle parole dell'autrice
— Io avevo degli amici — dice Alex. — Soltanto che tu non li conoscevi.
— Chi erano i tuoi amici, Alex?
— Ragazzi che lavoravano con me. Al Mystic Market — s’interrompe, poi ricomincia. — Più vecchi di me, quasi tutti già all’università. Ma mi piacevano, e io piacevo a loro. Erano diversi da te e dalla tua cerchia. Loro lo capivano che nella vita c’è qualcos’altro oltre al liceo, che ci sono cose più importanti della marca della borsa che porti o del ragazzo con cui esci.
Alzo le spalle. — Ma il liceo era la vita. Tutta la nostra vita.

Internet
Il sito dell'autrice: http://jessicawarman.com/

Dati tecnici
Jessica Warman, After (Between), Mondadori, 416 pagine

lunedì 24 settembre 2012

Miss Alabama e la casa dei sogni - Fannie Flagg

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More about Miss Alabama e la casa dei sogniIncipit: Era arrivato il giorno a cui Maggie pensava - anzi che la ossessionava - da cinque anni. Ma ora si meravigliava della propria calma; era molto diverso da come lo aveva immaginato, e mancavano tutti gli elementi  che di sicuro ci sarebbero stati in un romanzo o in un film...

La trama: Maggie Fortenberry ha una vita apparentemente perfetta : porta splendidamente i suoi sessant'anni, ha successo nel lavoro, è elegante e simpatica a tutti. In realtà è profondamente infelice. Ex Miss Alabama, dei suoi sogni di ragazza Maggie ha realizzato ben poco : non vive in una villa grandiosa con un marito devoto e una nidiata di figli,e, per ironia della sorte, come agente immobiliare è costretta a vendere ad altri il suo sogno. 
Ormai ha deciso, vuole farla finita. Ed escogita il piano perfetto. 
Da quel momento nella sua vita si susseguono incontri inaspettati, coincidenze, fatti imprevisti che la costringono a rimandare il progetto. Coinvolta da una sorpresa stupefacente a un'altra,Maggie scopre infine cosa vuol dire la vera amicizia. Scopre anche che ognuno, vivo o morto, nasconde almeno un piccolo segreto...

Il mio commento: Bene, dico subito che ho ritrovato nel web pareri contrastanti circa questo romanzo, ma capita sovente. Per quanto mi riguarda ho trovato la storia molto coinvolgente, divertente (a tratti esilarante) con dei personaggi, sicuramente estremizzati nel bene nel male e quindi non realistici, ma meravigliosi e tratteggiati con molta attenzione. Se è vero che Maggie può risultare insulsa e vuota in quanto decide di suicidarsi per motivi futili e, soprattutto, risulta maniacale nel voler lasciare tutto perfettamente in ordine prima della sua decisa dipartita, è anche vero che i suoi gesti esageratamente scrupolosi fanno proprio sorridere. Brenda è un personaggio simpaticissimo, niente da dire: una donna di colore che ama il cibo, ma che la sorella mette perennemente a dieta ferrea, le sue avventure col gelato sono fantastiche! Hazel, poi, anche se esiste solo nei racconti delle amiche ormai, è l'emblema dell'ottimismo e della positività (mi ha ricordato Anna dai capelli rossi in versione nana e anziana).
Molto bella la descrizione della decadenza della città vista attraverso gli occhi di Maggie nel presente e confrontata con i suoi ricordi del passato. 
Ho adorato la residenza di  Crestwiev con tutto ciò che conteneva...cosa conteneva?...leggete il libro e lo scoprirete perchè come si dice nella trama "ognuno, vivo o morto, nasconde almeno un piccolo segreto"
Insomma per quanto mi riguarda una lettura piacevole, che ti lascia col sorriso sulle labbra.

In vendita nel nuovo
In vendita nell'usato

sabato 22 settembre 2012

Giovani dentro di Hermione Ginny

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More about Virals
VIRALS DI KATHY REICHS

 Victoria Brennan ha quattordici anni. Da pochi mesi è orfana di madre ed è andata a vivere a Morris Island, South Carolina, con il padre, che non sapeva della sua esistenza. L'isola è abitata da alcuni ricercatori dell'università e dalle loro famiglia e ci sono solo altri re adolescenti: Ben, il più grande, appassionato di barche; Sheldon, che ha paura di tutto ma sa riparare ogni cosa; Hiram, che ha una spiccata personalità. Frequentano con una borsa di studio la più prestigiosa prep school della città, dove vengono derisi perché sono molto intelligenti e vivono sull'isola. Mentre cercano una famiglia di cani lupo su Loggerhead Island (il paradiso dei macachi rhesus), trovano delle piastrine risalenti alla guerra del Vietnam. L'uomo è morto in azione e la figlia è scomparsa più di quarant'anni prima. Sempre più curiosi, i ragazzi iniziano a indagare, innescando una spirale di eventi che li porterà a cambiare per sempre.

Non avrei mai pensato di dirlo, ma questa volta Kathy Reichs, una delle mie scrittrici preferite, mi ha deluso. Da una parte c'è il richiamo alla sua storica protagonista, che è diventata la prozia di Tory, le ha regalato un set di scavo (sul serio? A una ragazzina di quattordici anni regali paletta e setaccio?!?), l'ambientazione già sfruttata (Katy si reca sulla stessa isola per studiare i rhesus); dall'altra c'è la novità di una protagonista adolescente bella-geniale-coraggiosa (Tempe mi è sempre piaciuta perché non nasconde i suoi punti deboli), mi ha ricordato molto, forse troppo, Maximum Ride di Patterson con i richiami all'ecologia e ai superpoteri (si può scrivere di e per i giovani senza necessariamente ricorrere all'urban fantasy). Il mistero si risolve, ma la spiegazione su cosa è accaduto ai ragazzi non esiste. Si passa continuamente da capitoli in prima persona ad altri in terza. Esiste anche il seguito, Seizure, non ancora tradotto.

Dalle parole dell'autrice
* Sapere di mia zia mi è servito a capire me stessa. A spiegare perché avverto la necessità di dare una risposta a qualsiasi domanda, di risolvere qualunque enigma. Perché preferisco leggere di dinosauri fossili e riscaldamento globale invece che girare per negozi a caccia di borsette.
* “La neuroanatomia è molto complicata.” “Anch'io.”

Internet
Il sito della serie: http://viralstheseries.com/
Il book trailer: http://youtu.be/sv7LOU4869Q

Dati tecnici
Kathy Reichs, Virals (Virals), Rizzoli, pagine 392

sabato 15 settembre 2012

Giovani dentro by Hermione Ginny

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SONO IL NUMERO QUATTRO di PITTACUS LORE

More about Sono il numero quattro
 John e Henry passano poche settimane in un posto, poi si trasferiscono cambiando identità. Sono in fuga da quando sono fuggiti dal pianeta Lorien, attaccati dai Mogadorian. Solo nove bambini e i loro custodi si sono messi in salvo, separandosi e rimanendo nascosti. Ora John e Henry sono arrivati a Paradise, Ohio. John fa amicizia con l'outsider Sam e si innamora di Sarah, una ragazza brillante. Ma il suo destino si sta per compiere...

È carino, anche se da l'impressione di una storia già conosciuta. I bambini alieni arrivati sulla Terra e destinati a salvare il loro pianeta? Ma è “Roswell”, uno dei telefilm che adoravo da adolescente! I ricordi di Lorien sono dolci, la voglia di normalità è comprensibile l'amore per Sarah un po' troppo stucchevole e la battaglia sembra scritta apposta per un action movie. Buona l'idea, un po' piatto lo svolgimento. Primo della serie Lorien Legacies (Le eredità di Lorien), scritta da Jobie Hughes e James Frey, da cui è stato tratto il film omonimo.

Dalle parole dell'autore
* Mi piace l'idea di avere degli amici, di andare nella stessa scuola per più di qualche mese, di avere una vera vita. In Florida avevo cominciato. Era fantastico, e per la prima volta da quando siamo sulla Terra mi sentivo quasi normale. Voglio trovare un posto in cui poter restare.
*   Su  Lorien,  sono  i  nonni  a  crescerci.  Vediamo  ben  poco  i  genitori,  finché  non raggiungiamo i venticinque anni e abbiamo figli a nostra volta. La speranza di vita dei Loric  è  molto  più  elevata  di  quella  dei  terrestri,  si  aggira  sui  duecento  anni.  Quando nasce un bambino, sono i nonni a occuparsene, perché i genitori hanno tra i venticinque e i trentacinque anni e sono ancora impegnati ad affinare le proprie Eredità.
*  I  Loric  sono  monogami.  Quando  c'innamoriamo  è  per  sempre.  Il  matrimonio  arriva più o meno a venticinque anni e non ha niente a che vedere con la legge. È basato sulla promessa e sull'impegno, più che su qualsiasi altra cosa.
* C'è  sempre  speranza,  John.  Si  devono  presentare  nuovi  sviluppi.  Non  abbiamo ancora tutte le informazioni. No, non perdere la speranza; quando perdi la speranza, hai perso tutto. E quando pensi che tutto sia perduto, anche quando la situazione è disastrosa e deprimente, c'è sempre speranza.
*   Non  dobbiamo  essere  definiti dalle  cose  che  abbiamo  o  non  abbiamo  fatto  in  passato.

Internet
(per chi se lo chiedesse, la canzone stupenda è “Here with me” di Dido)

Dati tecnici
Pittacus Lore, Sono il Numero Quattro (I Am Number Four), Editrice Nord, pagine 383

sabato 1 settembre 2012

MUORI PER ME - Karen Rose

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TRAMA
Sedici fosse: alcune di esse sono ancora vuote, altre ospitano cadaveri disposti con una cura meticolosa. Le vittime sono state brutalmente torturate e le tecniche di cui si serve l’assassino provengono da una delle epoche più oscure dell’umanità: l’Inquisizione. È per questo che il detective Vito Ciccotelli decide di rivolgersi a Sophie Johansen, un’archeologa specializzata in storia medievale. Nonostante gli anni di esperienza i due si ritrovano ad affrontare la lama affilata del terrore. Il killer non ha ancora finito la sua opera, e chi cercherà di fermarlo rischia di trasformarsi nella nuova pedina del suo gioco di morte. Vito teme che il prossimo grido di orrore possa essere quello di Sophie, proprio ora che l‘ha trovata, ora che la passione è tornata a travolgerlo.



Inizio col dire che leggo un po’ tutti i generi letterari. I thriller, però, sono una mia vecchissima passione ed ho forse sviluppato per questo genere una ipercriticità.
Tutto sommato, comunque, non chiedo moltissimo ad un romanzo di questo genere, i miei punti fermi sono:
1. Le indagini devono essere condotte in maniera abbastanza realistica
2. Il libro non deve essere scritto in modo troppo elementare
3. L’eventuale storia d’amore non deve essere preponderante rispetto al giallo
4. I protagonisti non devono essere dei supereroi ad ogni costo
5. Non deve scoprirsi da su subito chi sia il colpevole.
Leggendo  questo romanzo ho appurato che spesso questi “canoni” per me importanti non sono rispettati.
Di buono posso dire che l’idea non è male, che in qualche modo c’è stato un discreto tentativo di creare suspance, che i personaggi e gli ambienti sono ben delineati e descritti e che il libro non annoia, anzi, si fa leggere con curiosità.
Però, però, ahi! Ahi! Ahi! Innanzitutto Sophie ha circa 27/28 anni e conosce dieci lingue incluso il latino!! Per carità, magari esiste pure un fenomeno del genere, ma lo classificherei appunto come fenomeno del tutto inusuale. E’ un’archeologa con una certa esperienza alle spalle ed è bella come una dea greca…se tutto questo non è un po’ inverosimile…
Vito Ciccotelli, il detective di turno, si innamora di lei perdutamente appena la vede, al secondo giorno capisce quanto lei sia importante per lui e al terzo ha già deciso di sposarla (!!!). Tutto questo in tre giorni consecutivi tra loro.
Parliamo delle indagini. Trovo le identificazioni dei corpi un tantinello affrettate e rapide. C’è una scena fra tante che mi ha colpita maggiormente: Ciccotelli si reca a casa della presunta vittima per accertarsi che si tratti proprio della persona il cui cadavere è stato rinvenuto nel campo/cimitero del killer. Il detective arriva a casa della persona in oggetto, rimane lì pochi minuti, rientra in auto, chiama il suo capo e dice che le impronte corrispondono a quelle della vittima, ma quando ha fatto il confronto? Mentre scendeva le scale (?????).
Altra scena dubbia che mi ha fatto sorridere è quella in cui una delle vittime che sta per essere torturata dal killer fa partire una chiamata dal cellulare verso casa, qui si attacca la segreteria che registra l’intera scena ,tortura inclusa…ma vi risulta che ci siano segreterie telefoniche così capienti da registrare un’ora di telefonata? E il famoso beep?
Insomma scene come queste non mi hanno fatto apprezzare del tutto questo romanzo, non considerando che già dalle prime pagine avevo già capito chi fosse il colpevole (e non perché io sia molto perspicace).
Con queste mie critiche non voglio dire che Karen Rose non sappia scrivere, inoltre il tutto rimane pur sempre un mio stretto parere personale, non voglio fare il critico in poltrona che non sono. Ma credo che, per quanto il romanzo sia un’opera di fantasia, ogni genere deve avere dei canoni importanti da rispettare. Se si scrive un giallo poliziesco o un thriller soprattutto.
Oggi si sta tendendo a creare un nuovo genere il “thriller al femminile” ossia diretto alle donne. Ma esiste un thriller al maschile e uno al femmile? Se con questo si intende che si vuol dare un maggior tocco di rosa va pure bene, ma bisogna anche essere in grado di scrivere tanto il rosa quanto il noir. Voglio a tal proposito ricordare un grande autore quale Giorgio Scerbanenco che reputo un grande scrittore di noir, il quale per decenni ha scritto romanzi esclusivamente rosa.
Quindi, da lettrice, posso affermare di essere assolutamente intransigente in una cosa, quando si scrive un thriller bisogna essere assolutamente realistici nello sviluppo del romanzo altrimenti si rischia di cadere nel ridicolo e provocare qualche risata non programmata.

mercoledì 8 agosto 2012

THE RESTORER. LA SIGNORA DEI CIMITERI - Amanda Stevens

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More about The RestorerThe Restorer. La signora dei cimiteri

Graveyard Queen n.1

Incipit: Avevo nove anni quando vidi il mio primo fantasma. Mio padre ed io stavamo rastrellando le foglie del cimitero dove lavorava come custode da anni. L’autunno era cominciato da poco, non faceva ancora abbastanza freddo per indossare un maglione, ma quel pomeriggio l’aria era frizzante mentre il sole calava all’orizzonte…


Risvolto di copertina
Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un'esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perchè il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.

Trama
Amelia Gray è una giovane donna che ama moltissimo il suo lavoro di restauratrice di cimiteri, tiene un blog chiamato "Scavare tombe"  sul quale gli appassionati di cimiteri scambiano foto, informazioni sulle tecniche di restauro e, a volte, anche storie sui fantasmi. Una sera si imbatte in John Devlin, un poliziotto che la contatta poiché ha bisogno della sua consulenza in quanto nel cimitero presso il quale Amelia sta lavorando è stato rinvenuto il cadavere di una giovane donna.
Da qui una serie di scoperte inquietanti che fanno subito pensare alla presenza di un serial killer che tortura e uccide le proprie vittime seppellendole poi nel cimitero di Oak Grove.
La cosa che però più spaventa Amelia è ciò che prova per Devlin, uomo affascinante e inquietante al tempo stesso. Devlin è “posseduto” nel senso che gli spiriti della moglie e della figlia decedute sono ancora accanto a lui e Amelia può vederli sebbene non possa interagire con loro. Il padre, infatti, le ha inculcato alcune importanti regole da seguire: 1. Non far capire agli spettri che è in grado di vederli 2. Stare assolutamente alla larga di una persona posseduta. Ecco quindi che, contravvenendo ad una di queste regole, Amelia non sa quali forze abbia scatenato e quali porte abbia aperto.


L’ho trovata una lettura molto gradevole, l’amore e l’attrazione fra Amelia e Devlin sono appena accennati, inoltre l’idea è originale ed è interessante apprendere il significato dei simboli incisi sulle vecchie lapidi. Mi piace l’atmosfera un po’ “stregonesca” che si respira nei luoghi descritti dalla Stevens.Ho ricercato alcune foto relative al cimitero di cui si parla nel romanzo e mi fa piacere mostrarvele. Il libro fa parte di una trilogia e il prossimo romanzo uscirà nel 2013...uff! troppo tempo!
Mi è piaciuto il personaggio di Amelia, ragazza in gamba e, sebbene solitaria e abituata a badare a se stessa, molto aperta ai nuovi incontri e mai troppo dura, inoltre fatta di carne e sangue come tutti i comuni mortali.
Nel secondo romanzo scopriremo la storia che il padre le ha da sempre celato…




Buona lettura a tutti!

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