sabato 29 gennaio 2011

In corpore sano - Daniela Comastri Montanari

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More about In corpore sanoIncipit: - Ecco il nostro Ortensio! – presentò Aurelio verso la fine del banchetto. Il piccolo cuoco sostava sulla soglia, timoroso del giudizio di quei raffinati buongustai. Publio Aurelio Stazio e il suo amico Servilio si tergevano le mani con salviette profumate, comodamente sdraiati sui divani disposti attorno all’emiciclo della mensa…
Questo episodio, che vede protagonista il nostro Senatore-detective, inizia tremendamente con la morte della giovanissima Dinah, sedicenne ebrea  promessa in sposa al giovane Eleazar.
Si scopre che la giovane donna era incinta e che aveva appena abortito, ma che il padre del bambino non era il futuro sposo.
Dalle indagini Aurelio scopre che Dinah si era innamorata del giovane romano Rubellio e che, insieme, meditavano la fuga per sposarsi una volta che lui si fosse convertito all'ebraismo.
La ricerca delle prove porterà il senatore Stazio ad addentrarsi nello studio delle tecniche mediche riguardanti l’aborto e lo metterà di fronte a diversi personaggi che esercitano questa pratica. Ecco quindi apparire la bellissima Mnesarete, donna-medico di origine greca.
Aurelio perde la testa per lei e questo sconvolge Castore e Paride (il servo e l’intendente) i quali, messa da parte l’antica rivalità, si alleano per distrarre il padrone dal proposito dell’eventuale matrimonio.
Assistiamo a scene comiche che vedono come protagonista il solito Castore, ma, vengono trattati anche temi importanti quali l’aborto e la xenofobia da parte dei romani nei confronti degli ebrei.
Molto bello l'incontro di Aurelio col Rabbino, un uomo molto saggio e di ampie vedute. Al commiato il senatore dice a sè stesso che da adesso in poi saprà a chi rivolgersi per avere un buon consiglio

Voto 7, una delle avventure di Publio Aurelio che ho preferito.

sabato 22 gennaio 2011

Madame X - Tess Gerritsen

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More about Madame XUn’importante scoperta nei sotterranei del Crispin Museum mette in moto la complicata macchina che combina stampa, studiosi e forze dell’ordine. Si tratta di una mummia, Madame X che, all’esame del carbonio 14, risulta risalire a duemila anni addietro, ma, sotto lo scanner della tac rivela al suo interno un’inquietante sorpresa: un proiettile.
Ad un attento esame risulta che il proiettile sia conficcato nell’osso all’altezza del polpaccio e che sia ricoperto da callo osseo. Ciò equivale a dire che la pallottola si sia conficcata nella gamba della (ormai) vittima quando era ancora in vita…ma com’è possibile?
Il detective Jane Rizzoli e il suo collaboratore Frost, indagano per risolvere il giallo. Intanto altri macabri souvenirs vengono rinvenuti all’interno del museo.
Pare perciò che ci sia un serial killer che lasci i suoi “manufatti” allo scopo di intimorire qualcuno.
Ma chi sono le donne rinvenute sotto forma di mummie, tsantse o altro? Quanti anni fa sono scomparse?
Sarà compito della polizia arrivare alla verità.
Devo ammettere che mi aspettavo un romanzo molto più avvincente e coinvolgente dati i commenti positivi che avevo letto.
Ho considerato il personaggio del medico legale, Maura, piuttosto irrilevante, così come la torbida storia col suo “impossibile” amante.
Il detective Frost non ci fa neppure una gran bella figura, se non alla fine, mentre Jane Rizzoli è l’unica che pare capirci qualcosa dell’intricata vicenda.
La lettura è scorrevole e piacevole, ma manca di pathos e l’azione si riduce a poche pagine finali.
Non so, non mi ha particolarmente entusiasmata, ma non lo sconsiglierei poiché vengono approfondite diverse tecniche riguardanti la mummificazione e la conservazione dei corpi che risultanto interessanti per i non addetti ai lavori.

lunedì 17 gennaio 2011

Jezabel - Irène Némirovsky

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Incipit:Una donna entrò nella gabbia degli imputati. Nonostante il pallore, nonostante l’aria stanca e stravolta, era ancora bella; solo le palpebre, di forma squisita, erano sciupate dalle lacrime e la bocca aveva una piega amara, ma la donna sembrava giovane.
Potrebbe sembrare un incipit come un altro, un modo qualsiasi per dare il via al racconto di una storia, ma non è così.
Jezabel è un libro da leggere e poi rileggere daccapo allo scopo di cogliere il vero significato delle parole che nel crescendo della storia sono state appositamente scelte dall’autrice.
La storia inizia con il processo per omicidio contro Gladys Eyesenach, la quale viene condannata per aver ucciso un ragazzo di vent’anni con un colpo partito dalla propria rivoltella.
La donna si professa immediatamente colpevole e fornisce una propria versione dei fatti, cercando di evitare un ulteriore interrogatorio durante il processo, ma come mai? Perché non tenta in qualche modo di difendersi? Leggendo questo romanzo scopriremo, passo dopo passo, ma con crescente curiosità, i segreti di Gladys.
Una storia triste nella quale una donna molto bella che ha sempre vissuto per sentirsi amata e adulata, lotta disperatamente contro la vecchiaia, un mostro che le sta alle calcagna, ma al quale lei tenta in ogni modo di sfuggire arrivando a compiere gesti umanamente considerati folli.
Una donna egoista, forse per via della paura, del terrore.
In alcuni passaggi i pensieri di Gladys rattristano profondamente il lettore il quale si mette nei suoi panni e cerca di compatirla anche se, in realtà, vorrebbe scuoterla, farla svegliare, farle apprezzare quello che ha, che avrebbe potuto continuare ad avere, ma che invece distrugge continuamente.
Infine bellissima la copertina, rispecchia in una sola foto l’essenza della bellezza della protagonista.
Pare   che l'autrice  (morta a 39 anni ad Auschwitz) , nello scrivere Jezabel, abbia attinto molto dai comportamenti della sua stessa madre.

giovedì 6 gennaio 2011

La ragazza del ritratto - Paul Torday

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Ho acquistato questo libro per i commenti entusiastici che avevo letto in giro…all’inizio della lettura avevo cominciato a dubitare circa la veridicità di tali commenti, ma, via via che leggevo e giungendo alla fine, l’ho apprezzato anche io.
Il protagonista, Michael, è un uomo di mezza età molto posato, prevedibile, non certo un tipo esaltante insomma.
Sua moglie, Elizabeth, lo ha sposato forse più per un desiderio di sicurezza e stabilità che per amore.
La loro vita scorre come una linea retta fra cene con i soci del circolo e partite di golf.
Un giorno, mentre la coppia è ospite presso la dimora di campagna di alcuni amici, Michael scorge un piccolo quadro e lo osserva attentamente. Sul fondo, un po’ sfocata, nota l’immagine di una donna vestita di verde. Quando più tardi torna a riguardare il quadro, la donna è sparita, l’avrà immaginata?
Questa fantomatica ragazza del ritratto tornerà ad incrociare la vita di Michael più e più volte in circostanze diverse. Dirà di chiamarsi Lamia, ma chi o cosa è la Lamia? La Lamia, secondo alcune credenze greche, è un demone mezzo donna e mezzo serpente e viene raffigurato come una figura di donna dallo sguardo vampiresco e con un lungo vestito verde
Inoltre la domanda è: Michael la vede davvero o si tratta di una conseguenza del fatto di aver interrotto l’assunzione del Serendipozan (un farmaco per i soggetti affetti da schizofrenia)?
Intanto Elizabeth, che era all’oscuro di tutto, nota i cambiamenti di Michael il quale diviene sempre più allegro, imprevedibile e brillante e il loro rapporto migliora considerevolmente, ma fino a quando?
La lettura prosegue e cresce sempre di più l’esigenza di sapere e, nell’epilogo, capiremo molte cose, ma continueremo a farci domande anche dopo aver richiuso il libro…
Molto interessante la digressione sulla schizofrenia e sui progressi scientifici ad essa inerenti, sembra quasi che l’autore si chieda se in realtà non siano tutte le persone cosiddette “normali” ad avere qualcosa in meno rispetto ai soggetti schizofrenici, ossia la capacità di vedere e sentire tutto ciò che ci circonda e che è invisibile a molta parte della gente comune.

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