giovedì 28 aprile 2011

Volevo solo svegliarmi tardi la mattina al Premio Falerno 2011

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Beh! che soddisfazione! Uno dei libri che ho letto e commentato quest'anno su questo blog parteciperà al Premio Falerno 2011. Si tratta di VOLEVO SOLO SVEGLIARMI TARDI LA MATTINA  di Antonio Di Costanzo.
Il Premio è dedicato agli scrittori esordienti ed è possibile votare i quattro finalisti anche online attraverso questo link Vota i romanzi .
Vi riporto di seguito trama e commento del romanzo che avevo pubblicato precedentemente sul blog:

Volevo solo svegliarmi tardi la mattina Antonio Di Costanzo

Jacopo Fernandez è un giornalista-scrittore che, dopo il fallimento del suo matrimonio (durato giusto il tempo del banchetto di nozze) viene spedito a Napoli dal padre esasperato per la condotta del figlio.

Nel capoluogo partenopeo Jacopo trova lavoro come redattore di un piccolo quotidiano allo scopo di mettere assieme i soldi necessari per finanziare le insane bevute davanti alle partite di calcio davanti alla tv in compagnia del suo gatto Nerone.
E' proprio in preda ai fumi dell'alcol che Jacopo Fernandez realizza un articolo (inventato di sana pianta) riguardante le misteriose circostanze della scomparsa (questa reale) di Monica, una giovane e bella ragazza rumena.
Jacopo non sa che in verità le sue parole stampate hanno davvero toccato qualcuno e si troverà ben presto in un mare di guai.
Una lettura piacevolissima. Jacopo Fernandez è un personaggio al quale ci si affeziona, nel bene e nel male...e poi ha un gatto!!
Alcune scene le ho trovate esilaranti (vedi Silvissima), altre tenere (vedi incontro con Juri).
Molto carine anche le telefonate notturne ai danni del povero pseudo-agente letterario!
Mi sarebbe piaciuto che la trama si sviluppasse di più, ma solo perchè avrei voluto leggere ancora delle avventure del giornalista-scrittore.

IN BOCCA AL LUPO , LEGGETELO E, SE VI VA, VOTATE, OPPURE FIDATEVI DI ME E VOTATE UGUALMENTE SEGUENDO IL LINK DI SEGUITO INDICATO VOTA IL ROMANZO

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mercoledì 27 aprile 2011

Il profumo delle foglie di limone - Clara Sanchèz

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Incipit: sapevo cosa stava pensando mia figlia mentre mi guardava preparare la valigia con i suoi occhi scuri penetranti e un po’ impauriti. Erano come quelli di sua madre, mentre le labbra sottili le aveva prese da me, anche se, con il passare degli anni, facendosi più rotonda, aveva finito per somigliare sempre di più a lei.
Un romanzo a due voci, quella di Juliàn, anziano signore sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, e quella di Sandra, giovane donna di circa trent’anni, incinta di un uomo che non è certa di amare, che trascorre le sue tranquille giornate nel villino estivo della sorella situato nella Costa Blanca che, a settembre, è ancora immersa nel calore estivo che va a scemare, con nell’aria ancora il profumo delle foglie di limone.
Juliàn e Sandra si incontrano per caso. Juliàn da la caccia ai nazisti sfuggiti alla legge e si imbatte nella coppia dei coniugi Christensen, efferati assassini di guerra. Sandra, invece, viene amorevolmente soccorsa e accolta da una coppia di miti e anziani signori…Karin e Fredrick Christensen. Costoro diventano per lei come come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgo nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso che in realtà nasconde l’inferno.
La storia inizia con le migliori premesse e promesse fatte di storia e di suspance, ma, via via, il tutto sembra confondersi e perdersi in una bolla di sapone.
Il libro si fa leggere, tiene incollati alle pagine, ma la sensazione alla fine è quella di essersi aspettati un genere di romanzo e averne invece trovato un altro.
Le recensioni delle maggiori testate giornalistiche erano entusiastiche, quelle dei lettori un po’ più tiepide.
Ad ogni modo la coppia di tedeschi è inquietante davvero, i loro sguardi, i loro segreti neppure sussurrati mettono i brividi. La sensazione di vedere Sandra rinchiudersi sempre più in una prigione senza sbarre provoca una certa ansia.
La storia d’amore con l’”anguilla” (alias Alberto) è un po’ inverosimile e lo è soprattutto il finale che mette in luce l’identità di quest’ultimo, ma non voglio svelare nulla.
Mi è piaciuto il rapporto tra Sandra e Juliàn, è stato come mettere in contatto, in comunicazione, due generazioni lontanissime tra loro, ma che avevano molto da dirsi e da darsi.
***1/2
*Era un abito di chiffon rosso un po’ luccicante. Con quello addosso Karin sembrava un regalo, un regalo la cui parte migliore era la confezione.

*Non lasciarti suggestionare dal male. La grande specialità del male è farti credere che ha più potere del bene


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mercoledì 20 aprile 2011

Sette - Erica Spindler

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Incipit:Il Giudice aspettava. Paziente.Sapeva che la donna sarebbe arrivata presto. L'aveva osservata. Ne conosceva progetti e abitudini. E anche quelle dei suoi vicini.
Quella notte avrebbe pagato il prezzo della propria immoralità.
Ci troviamo a Cypress Springs, un luogo nel quale il male sembra non esistere, ci sono solo visi sorridenti, persone accoglienti e gentili. Criminalità e delinquenza ridotte al minimo. Ma cosa si cela dietro tutto questa apparente serenità?
Da qualche tempo strani suicidi e strane sparizioni si sono verificate nella ridente cittadina e questo attrae la giovane Gwen Lancaster, sorella di Tom, scomparso proprio mentre preparava la sua tesi a Cypress Springs.
Intanto Abery, la nostra protagonista, fa ritorno nella sua cittadina per via di uno sfortunato evento, il suicidio del padre, stimatissimo medico del luogo. Pare che non si sia ripreso dal dolore per la morte della moglie e che abbia deciso di darsi fuoco nel suo garage.
Tornando a casa Abery incontra il suo vecchio amore, Matt e tutta la famiglia di lui, Buddy (difensore della legge), Lilah e Cherry e persino Hunter, fratello gemello di Matt che si era allontanato come lei da Cypress e vi aveva fatto ritorno dopo un incidente che lo aveva fatto cadere in rovina.
Il caso (e non solo quello) vuole che Gwen e Abery si incontrino e che in un crescendo di scontri, dubbi e conferme si alleino per scoprire cosa stia davvero accadendo in quei luoghi dove troppi incidenti e troppi suicidi si stanno susseguendo negli ultimi otto mesi.
Pare che esista una vecchia organizzazione (denominata “I Sette”) che, tramite mezzi ben poco ortodossi, si occupa di mantenere uno stato di pace e di allontanare per sempre i responsabili di comportamenti non adeguati allo stile di vita della cittadina. Ma chi sono questi sette? E perché Abery è convinta che il padre non si sia suicidato? Forse era a conoscenza di qualcosa?
Questo thriller è caratterizzato da una suspance crescente, tanti sono i dubbi e le idee che vengono in mente a chi lo legge. Ci si fa forse persino un’idea di chi sia il “Giudice” di cui spesso si raccontano le “gesta”, ma mai e poi mai si potrà avere idea di chi siano i 7. Finale sconcertante davvero!
Intanto si sviluppa anche qualche storia d’amore e d’amicizia e si svelano gli altarini di una famiglia che sembra l’emblema dell’America felice.
Scritto in maniera molto semplice e scorrevole, tiene compagnia e si fa leggere rapidamente.


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venerdì 15 aprile 2011

The summoning (il richiamo delle ombre) - Kelley Armstrong

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Eccomi qui a commentare questo romanzo che ho appena appena finito di leggere.
Bella copertina, tra l'altro sotto la sovracopertina c'è un bel rubino rosso che è poi il ciondolo di Chloe.
Incipit: Mi svegliai di soprassalto nel letto e scattai seduta, una mano aggrappata al ciondolo che porto al collo e l'altra avvolta nelle lenzuola, sforzandomi di afferrare qualche brandello del sogno che fuggiva. C'erano uno scantinato...una bambina...ero io?
Clohe è una ragazzina di quindici anni. Poco sviluppata fisicamente per la sua età, ma, quello che si appresta a vivere sarà per lei un giorno davvero particolare.
E' il giorno delle sue prime mestruazioni e, insieme a quelle, arrivano anche le prime visioni. Di cosa?...di fantasmi!
Proprio a scuola si rivela a lei la figura di un bidello morto da tempo e Chloe se la da a gambe dando di matto per tutto l'istituto. E' così che viene letteralmente bloccata dagli insegnanti e condotta in ospedale.
Da lì a Lyle House il passo è breve.
A Lyle House tutto sembra perfetto e organizzato, accogliente e caloroso. Lyle House è un istituto che accoglie dei ragazzini con qualche disturbo mentale e a Chloe viene diagnosticata una leggera forma di schizofrenia.
Pochi altri ragazzi vivono in quell'istituto: Tori, Liz, Simon, Derek e Rae. Ben presto, mettendo insieme i pezzi, gli abitanti di Lyle House si renderanno conto di non essere ragazzini "schizzati" (come si autodefinivano in precedenza), ma ognuno di loro ha un dono, un potere soprannaturale.
Cosa nasconde quel luogo?

Beh! se pensate di scoprirlo leggendo questo libro, mai supposizione fu più errata.
The summoning è il primo libro di una trilogia, ma non una di quelle trilogie nelle quali ogni libro ha una fine a sè stante, bensì una di quelle che finiscono con i tre puntini di sospensione...e alla fine non hai scoperto quasi nulla.
La lettura è piacevole, sebbene la trama ogni tanto sembri un pò girare su sè stessa, a volte diventa un pò lento. E' più un libro per ragazzi che uno "young adult", questo occorre dirlo, perchè ho notato che spesso è etichettato come tale.
Naturalmente leggerò il seguito perchè la storia è tutto sommato carina e la scrittura è scorrevole. Inoltre questo volume rilegato e con sovracopertina costa 10 euro, a dispetto dei 18/20 di altri libri.

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mercoledì 13 aprile 2011

Sherlock Holmes torna in libreria

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E’ incredibile ma vero, torna in libreria Sherlock Holmes con una nuova avventura che porterà la firma di Anthony Horowitz, scrittore inglese noto al grande pubblico per la serie di romanzi e racconti dedicati alla spia-adolescente Alex Rider.
A narrare la storia, nel romanzo, sarà l’impareggiabile Watson, compagno di avventure di Holmes.
La scena si apre in una Londra del 1890, Holmes è morto e Watson si trova in una casa di riposo. Qui decide di rivelare una storia riguardante una rapina ad un treno che ha dello spaventoso.
E’ la prima volta che gli eredi del grande Conan Doyle autorizzano un nuovo romanzo sul leggendario personaggio di Sherlock Holmes, tutto ciò dopo 81 anni dalla scomparsa di Sir Arthur Conan Doyle.
Il titolo del romanzo sarà “The house of silk” ed uscirà a novembre in Inghilterra…chissà quando potremo leggerlo…

sabato 9 aprile 2011

Soulless - Gail Carriger

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Incipit: Miss Alexia Tarabotti non si stava godendo la serata. Per una zitella come lei, queste feste da ballo non erano altro che mediocri occasioni d’intrattenimento, e non era neanche il tipo di zitella capace di trarre il seppur minimo piacere da un simile evento mondano.
La seconda di copertina recita quanto segue:
Nella Londra di fine Ottocento, uomini, vampiri e licantropi hanno imparato a convivere, ma questo non rende più facile la vita alla giovane Alexia Tarabotti. Infatti non ha un’anima (un bello svantaggio per una zitella in cerca di marito); suo padre è morto e, per aggiungere sfortuna alla sfortuna, era pure di origine italiana! Quando un vampiro l’aggredisce e lei lo uccide con il suo inseparabile parasole, le cose sembrano precipitare: la regina Vittoria in persona manda l’inquietante Lord Maccon (un lupo mannaro volgare e trasandato) a svolgere le indagini. Ma c’è dell’altro: la popolazione di vampiri di Londra inizia a essere misteriosamente decimata, e tutti sembrano ritenere Alexia colpevole. Chi vuole incastrarla? Riuscirà la ragazza a sfruttare a proprio vantaggio l’invulnerabilità ai poteri soprannaturali derivante dalla sua condizione di soulless, cioè di senz’anima? O i suoi guai non sono ancora finiti?
Alexia Tarabotti è come il prezzemolo in questo romanzo, tutti la cercano, tutti la trovano bella (seppure non secondo i canoni dell'epoca e del luogo), inoltre è intelligente, spigliata e non ha paura di nulla o quasi.
Lord Maccon è da subito il suo antagonista-innamorato e le cose tra loro si mettono presto in chiaro, anche in maniera abbastanza improvvisa.
Ora devo dire che la pecca principale e fondamentale di questo libro è il fatto che la casa editrice non si sia data la pena di rileggerlo dopo la stampa o che, oppure, abbia mandato in stampa una bozza non corretta (delle due l’una).
Il romanzo è pesantemente infarcito di errori di stampa e grammaticali, periodi che non hanno né testa né coda e passi che sembrano tradotti col traduttore di google, avete presente? E tutto questo al prezzo di soli 17 euro e 90 (18,00 diciamolo pure!)
E non sono l’unica a dirlo, basta leggere alcuni commenti su anobii che riportano lo stesso mio pensiero.
Tralasciando questo particolare, che tra l’altro non mi ha neppure consentito di apprezzare la trama, direi che la nostra eroina è fin troppo sicura del fatto suo anche se, dal punto di vista sessuale, è di un ingenuo che rasenta il ridicolo…sebbene sia molto audace da profana…”Sia Lord Maccon che un certo particolare anatomico, ormai strettamente afferrato da Miss Tarabotti, sussultarono; Alexia mollò la presa. –Oops!- disse. – Non avrei dovuto, vero? – chiese imbarazzata. Lord Maccon si affrettò a rassicurarla. – No, anzi, faccia pure…è solo che non me lo aspettavo, ecco. – “
Inoltre mi pare ci sia troppa carne al fuoco che rimane un po’ poco trattata.
Unico personaggio piacevole mi pare il professor Lyall, saggio e sornione.
L’idea sarebbe stata carina, ma ci sono troppe cose che non mi hanno convinta. Di certo un libro che non consiglierei.

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giovedì 7 aprile 2011

Las Vegas baby - Brian Freeman

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Incipit: La vestaglia di seta bianca scivolò giù e si raccolse ai suoi piedi in una pozza di morbide pieghe.Il suo corpo nudo divenne un’accozzaglia di colori, sotto le luci dell’insegna al neon che torreggiava sul tetto. Lettere giganti formavano il nome SHERAZADE in lampi verdi e rossi. La luce si riversava sulla sua pelle e dipingeva graffiti psichedelici su vasi, fontane e palme da datteri che decoravano la terrazza come un palazzo del Marocco.
E’ il secondo libro che leggo di questo autore di thriller molto apprezzato, in realtà ho iniziato per caso dall’ultimo, “Polvere e sangue”, che ho trovato scritto davvero in modo magistrale (questo il link della recensione Polvere e sangue).
In “Las Vegas baby” il detective Jonathan Stride si è trasferito nella città della sua compagna, anche lei detective, Serena Dial, una donna dal passato molto tormentato.
E’ stato messo in coppia con un’altra donna, Amanda, che si scopre essere poi una transessuale. Amanda è spiritosa e molto in gamba e Stride trova in lei una compagna di lavoro davvero eccezionale.
Intanto in città uno psicopatico sta uccidendo persone apparentemente non legate tra di loro da nulla, ma, scavando, si ritrova il filo conduttore di tutto: l’hotel Sherazade e l’omicidio, nel 1967, della bellissima ballerina Amira Luz.
E’ una storia che ci riporta nella Las Vegas degli anni ’60, è come se ci immergessimo in questa città e, insieme a Stride, ci trovassimo a fare un salto nel passato e nei suoi torbidi segreti.
Devo ammettere che ho capito ben presto come potessero essere andate le cose e, via via, mi dicevo “l’avevo capito!!”…però il finale ci spiazza del tutto e ci fa comprendere a cosa possa condurre un’ossessione.
Serena, la compagna di Stride, riscopre il suo interesse per le donne e rivela al suo uomo che è attratta da Claire, una donna che i due stanno proteggendo dal killer.
Molti quindi gli argomenti trattati: gli abusi da parte dei genitori sui figli, l’identità sessuale dei protagonisti, il peso degli interessi economici sugli affetti, i segreti che si nascondono dietro un mondo di lustrini e paillettes.
Molto nostalgica la parte finale nella quale il vecchio colosso, l’hotel Sherazade, viene fatto implodere (non sto facendo spoiler, si dice fin dall’inizio che deve essere abbattuto per dare spazio ad una nuova costruzione).
Ecco il passaggio finale: Stride gettò un’ultima occhiata alla torre di macerie. Un pezzo dell’insegna era finito in cima al mucchio. Per qualche motivo questo lo fece pensare ai vecchi tempi, ai giornali ingialliti che aveva letto, alle foto dei giovani di allora, che ormai erano vecchi o già morti. Al 1967. Il sole brillò su quel frammento, e per un istante l’insegna sembrò prendere vita per l’ultima volta, liberando un bagliore che subito si spense.

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sabato 2 aprile 2011

Non dire quattro - Janet Evanovich

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Incipit: Stare a Trenton in luglio è come abitare in un forno per la pizza: si muore di caldo, manca l'aria e abbondano gli odori.
Stephanie Plum è alle prese con un nuovo caso dal nome Maxine Nowicki, donna, accusata del furto della macchina del fidanzato. Non si è presentata all'udienza ed è così diventata un caso MA (mancata apparizione).
Qualcosa di semplice quindi, ma, come sempre, nessuno dei casi di Stephanie risulta elementare come appare.
La nostra cacciatrice di taglie si trova invischiata in un giro di banconote false e un una caccia al tesoro alquanto ambigua. Per condire il tutto c'è un maniaco che semina macabri avvertimenti, donne uccise e arti mozzati, mentre uno psicopatico incendia l'auto di Stephanie e la sua casa.
Ad aiutarla nella soluzione degli indizi relativi alla caccia al tesoro troviamo il nipote di un'anziana vicina di casa, il simpaticissimo "Sally Sweet" una drag queen alquanto singolare, per nulla gay, ma che finge di esserlo per fare punti e soldi.
In questo episodio la situazione con Joe Morelli giunge al culmine e i due, finalmente, arrivano al dunque...
Nonna Mazur e Ranger si vedono poco, ma quel tanto che basta per essere sempre incisivi.
Il padre di Stephanie risulta essere sempre più delineato come personaggio e questa volta dice la sua anche in più occasioni rivelandosi davvero esilarante.
Lettura davvero piacevole. Mitica Stephanie Plum!

* "Beh non faccio per vantarmi, ma io con le donne ci so fare"...Forse il suo segreto era la puzza di sudore. O i pettorali così gonfiati di steroidi che sembrava gli ci volesse il reggiseno. Oppure il fatto che non riuscisse a sostenere una conversazione senza grattarsi le palle.

*Nonna Mazur stava sbirciando da dietro mia madre. Si era trasferita dai miei poco dopo che mio nonno era volato a pranzare con Elvis. Lei pensa che alla sua età non sia più tenuta a rispettare le convenzioni. Mio padre pensa che alla sua età dovrebbe essere defunta.

*Le macchine di Ranger erano tutte nere ed erano sempre nuove. E costose. E di dubbia provenienza. Io non gli chiedevo mai dove le prendesse, lui non mi chiedeva mai quanto pesavo.

*"Da quello che ha sentito Connie al telefono questo Bernie dev'essere anche visivamente problematico" - "vuoi dire cieco?" - "voglio dire brutto".

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