mercoledì 12 dicembre 2012

LA PREDA - Irene Nemirovski

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Gli anni descritti dalla Nemirovski sono più o meno sempre quelli che vanno tra la prima e la seconda guerra mondiale. 
Questo romanzo non è, tra i suoi, uno di quelli che ho più gradito, forse perché la storia mi pare scorrere stancamente, però quello che cattura è sempre il suo modo di descrivere gli stati d’animo. Sembra quasi di vivere l’angoscia del protagonista, Jean Luc, un giovane spiantato, la cui famiglia, un tempo di media estrazione, si trova ad affrontare un periodo difficile, il padre malato, la matrigna una donna molto debole e un fratellastro ancora troppo giovane per farsi carico dei bisogni  familiari.
In questa situazione triste e buia Jean Luc crede di aver trovato in Edith l’amore della sua vita, ma presto viene disilluso dalla scoperta dell’imminente fidanzamento di lei con un ricco rampollo. E qui assistiamo alla decisione che fa prendere una svolta alla vita del nostro protagonista. Jean Luc infatti, ormai disamorato, decide di possedere comunque la ragazza e strada facendo elabora il piano di ingravidarla in modo da sposarla e assicurarsi un posto nella buona società.
Ma sovente a fare i conti senza l’oste non è che ci si guadagni poi tanto. Il piano fino ad un certo punto ha successo ed Edith rimane incinta, ma il suocero non approva l’unione tra i due ragazzi e li abbandona sul lastrico, raggiungendoli presto per via del fallimento che porterà alla sua rovina.
Insomma una vita, quella di Jean Luc, senza amore, sempre a caccia di una posizione che gli consenta di essere preso in considerazione, di poter mostrare il suo vero valore in una società che bada alle apparenze più che alla sostanza.  Una corsa disperata, la sua,  che gli farà perdere di vista il valore più grande della giovinezza, la libertà
 E quando Jean Luc finalmente senza rendersene quasi conto incontrerà l’amore questo non lo riconoscerà e prenderà un’altra strada…

sabato 8 dicembre 2012

Giovani Dentro by HERMIONEGINNY

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PRIMA DEL FUTURO di JAY ASHER e CAROLYN MACKLER

 È il 1996. Emma ha ricevuto dal padre un computer, per tacitare i suoi sensi di colpa per la sua nuova famiglia. Josh, il suo vicino di casa e migliore amico fino a pochi mesi prima, le porta un cd rom per accedere a internet, visto che lui non ha il computer. Con il filo del telefono che si allunga per casa e la connessione a 56kb Emma si connette e subito si carina una pagina strana. Ha una linea blu in alto, si chiama Facebook ed è pieno di parole e immagini. Di Emma. O meglio, di una Emma sulla trentina, sposata con uno sconosciuto. Dentro di sé sente due voci contrastanti: se una parte immagina che quello sia il futuro, l'altra pensa che sia impossibile. Ma quale altra spiegazione può esserci? Emma chiama Josh, che scopre di essere sposato con la più bella della scuola. È soddisfattissimo del suo futuro, al contrario di Emma, che si vede infelice. Basta poco per cambiare futuro, una telefonata, una frase detta a voce alta. Ogni volta lo scenario è diverso, ma la conclusione non cambia: Emma è infelice. Ed Emma capisce che se vuole essere felice nel futuro deve cominciare a costruire ora la sua felicità.

Un'idea eccellente. Vi ricordate come era la vita prima dell'adsl per tutti? Il filo su cui qualcuno inciampava almeno una volta la settimana, un paio di email a cui rispondere e un pezzo di carta con scritto le cose da cercare, visto che spesso la rete si incantava. Sembra un secolo fa. Ormai ci affidiamo tutti a internet e i social network sono nati per avvicinare persone lontane fisicamente, ma vicine di spirito. Hanno cambiato il nostro modo di comunicare. Nei capitoli si alternano Emma, la tipica adolescente che vede come insormontabili piccoli problemi, e Josh, più solido e razionale. Amici, divisi dalla prima di Toy Story per un bacio mai dato. Una sorta di Dawson e Joey (gli anni sono gli stessi). E come loro anche Emma e Josh si interrogano sul futuro. Il loro, ma anche quello di una società che mette in piazza foto buffe e stati d'animo transitori senza un vero motivo, se non quello di colmare la solitudine. Quattro stelline perché non spiega come sia stato possibile per Emma vedere il futuro.
Nel 2013 dovrebbe essere tratto un film da questo libro.

Dalle parole degli autori
* Sesto mese di disoccupazione. Dicono che è la crisi, ma comincio a credere di essere io. Trentun anni è troppo presto per essere una fallita.
* «Ti ha spezzato il cuore! Come puoi chiamarlo amore quando ti ha fatto così male?» Kellan si infila un’altra patatina in bocca. «Era amore perché ne valeva la pena.»
* «Cosa studi?» domanda il padre di Tyson. «Il Vietnam.» Stacco un altro morso di pizza e poi mi pulisco le mani sul tovagliolo. «All’esame ci sarà una domanda sulla Teoria del domino.» «Me la ricordo» dice, e poi guarda per qualche secondo i due che bisticciano in tv. «Se non blocchiamo sul nascere gli eventi negativi, continueranno a diffondersi finché non saranno quasi impossibili da fermare.» «Sì, credo che funzioni così.» «Ancora oggi, quando ripensiamo a quella guerra,» continua «non abbiamo modo di sapere con certezza cosa sia andato perso e cosa salvato. Ma questo è quanto. La storia è un casino quando ti ci trovi in mezzo.»
* «In un certo senso, sono felice che Facebook sia sparito» dice Emma. «Odiavo essere ossessionata da quello che non avrei voluto in futuro.» «È meglio concentrarsi su quello che vuoi ora» dico. Lei apre appena le labbra. «Sto cominciando a capirlo.» «Vorrei tanto scoprire...» dico, avvicinandomi «cosa cambierà davvero a partire da questo istante.» Sento il suo fiato sulle mie labbra mentre entrambi sussurriamo: «Tutto, speriamo».

Internet
Sito di Carolyn Mackler: http://www.carolynmackler.com/
Intervista agli autori (sottotitoli in italiano): http://youtu.be/54imJ5iytKU

Dati tecnici
Jay Asher e Carolyn Mackler, Prima del futuro (The Future of Us), Giunti (Y), pagine 400
ISBN: 9788809771314

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