mercoledì 29 febbraio 2012

DALLA SCRIVANIA DI JACK...

LA PASSIONE DI ARTEMISIA
Susan Vreeland

More about La passione di ArtemisiaArtemisia Gentileschi una donna, un’artista un esempio di emancipazione!
Il romanzo si apre sulle figure di Artemisia e di suo padre, che si recano ad una delle udienze del processo per stupro che Orazio Gentileschi intraprese contro Agostino Tassi, pittore e suo collaboratore che stuprò ripetutamente la giovane Artemisia e rifiutò il matrimonio riparatore (di questo processo sono disponibili numerosi testi che ne riportano gli atti e le testimonianze).
Nel leggere si iniziano a vedere le prime crepe del rapporto padre-figlia, rapporto che si incrina sempre più ad ogni umiliazione che la pittrice subisce per difendere la sua reputazione e che si rompe definitivamente il giorno del verdetto e della ridicola pena contro Tassi, e poi con il matrimonio di convenienza che Orazio riesce a ottenere per sua figlia. Marito della protagonista sarà quindi Pietro Stiattesi, un pittore fiorentino che porterà Artemisia nella città di Firenze. E' ben descritto il rapporto con il marito, anche se c'è uno stacco troppo netto tra l'uomo che Artemisia ci descrive all'inizio con quello che vediamo dopo quando Artemisia inizia a lavorare per Michelangelo il Giovane (anche grazie a una raccomandazione di suo padre) e poi per i Medici, ottenendo uno dei successi più fulgidi della sua carriera: essere la prima donna ad essere ammessa come pittrice all'Accademia di Firenze. Nel romanzo vediamo la pittrice recarsi all'Accademia per avere una modella, dove trova Vanna, una donna che poi si rivelerà un'amante di suo marito. Il romanzo lascia intendere che sia stata la generosità di Artemisia a lasciare che anche il marito usasse Vanna come modella a creare la relazione extraconiugale. Artemisia poi viene convocata a Genova per una serie di dipinti, commissionati da un mercante: lascia quindi il marito e porta con sè la figlia, Palmira, che cercherà sempre (senza successo) di avviare alla pittura. A Genova ritrova un po' del successo che a Firenze non aveva più, ma la lascia dopo un anno per recarsi a Venezia, poi a Roma (dove però subisce cocenti umiliazioni per via della sua reputazione di donna dai facili costumi) e poi a Napoli, dove lascia la figlia sposata e parte per l'Inghilterra, dove incontrerà il padre, lavorerà con lui e lo assisterà nel momento della morte, perdonandolo per i torti che le ha fatto (soprattutto riguardo al suo stupro). Una piccola pecca è che avvolte gli avvenimenti sono troppo romanzati e ci si imbatte in qualche pensiero troppo attuale e sicuramente non vicino alla Gentileschi…!Il libro ci fa rivivere le atmosfere di quel tempo, il pensiero e le vicissitudini di una donna che ha segnato la pittura italiana in quel preciso momento storico e non solo. Consiglio dopo la lettura di cercare i quadri di Artemisia, di osservarli, e di scrutare oltre l'immagine, proprio come lei voleva: fotografare il momento e lo stato d'animo attraverso la sua pittura.

"...in certi momenti della vita le nostre passioni ci rendono colpevoli di dolori e di perdite. In altri momenti siamo noi che soffriamo e tutto in nome dell'arte."

"Arte e scienza si toccano nel regno dell'immaginazione, nel luogo in cui nascono le idee originali, nel luogo in cui noi due siamo più vivi."

 

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