La società letteraria di Guernnsey
Mary Ann Shaffer
Finito di leggere La società letteraria di Guernnsey di Mary
Ann Shaffer. Un romanzo epistolare ambientato nelle Isole del Canale della
Manica negli anni conseguenti alla Seconda guerra mondiale. “Tutto parte da uno
stratagemma per impedire ai tedeschi di arrestare i miei ospiti a cena (di
Amelia) : Dawsey, Isola, Eben Ramsey, John Booker, Will Thisbee e la cara
Elizabeth McKenna.[…] Naturalmente, all’epoca, non sapevo nulla dell’impiccio
in cui si erano cacciati i miei amici. Non appena se ne furono andati corsi in
cantina a bruciare le prove del nostro pasto. Venni a sapere della società
letteraria per la prima volta il mattino dopo alle sette, quando Elizabeth si
presentò in cucina e mi chiese: “Quanti libri hai?” Ne avevo un discreto
numero, ma Elizabeth guardò gli scaffali scuotendo la testa, “Ne servono di
più. C’è troppo giardinaggio qui.” E aveva ragione, perché a me piacciono i bei
libri di giardinaggio. “Ecco cosa faremo”, disse. “Quando avrò finito con il
comandante andremo alla Libreria Fox e compreremo tutto. Se dobbiamo essere la
Società Letteraria di Guernsey, facciamo finta almeno di sembrare dei
letterati.” […] E questo fu l’inizio. Io conoscevo ogni membro della Società,
ma non tutti allo stesso modo. Dawsey era mio vicino di casa da più di
trent’anni e tuttavia non mi sembrava di aver mai parlato con lui, sen non del
tempo e del raccolto. Isola era una mia cara amica, così come Eben; Will
Thisbee era solo un viso noto e John Booker era quasi un sotterraneo, dato che
era appena arrivato quando i tedeschi piombarono qui. Ciò che ci accomunava era
Elizabeth. Senza il suo incoraggiamento non avrei mai pensato di invitarli a
condividere il mio maiale e la Società Letteraria “Torta di Patate” non avrebbe
mai visto luce. Quella sera, quando vennero a casa mia per scegliere i libri,
coloro che normalmente si limitavano alle Sacre Scritture, ai cataloghi di
sementi e alla Gazzetta del Porcaro scoprirono un genere diverso. Fu qui che
Dawsey trovò il suo Charles Lamb e Isola incappò in Cime tempestose. Per quanto
mi riguarda, scelsi Il circolo di Pickwick, pensando che avrebbe potuto
risollevarmi il morale, e così fu. Poi ciascuno tornò a casa propria e si mise
a leggere. Cominciammo a incontrarci, all’inizio per tenere in piedi la
menzogna detta al comandante, in seguito per piacere nostro. Nessuno di noi
aveva esperienze di circoli letterari, perciò ci inventammo le nostre regole:
parlavamo a turno di quello che avevamo letto. Dapprincipio cercammo di essere
pacati e obiettivi, ma la cosa durò poco e lo scopo degli oratori divenne convincere
gli ascoltatori a leggere quel libro. Una volta che due membri avessero letto
lo stesso titolo, allora avrebbero potuto discuterne, il che era il nostro
maggiore diletto. Leggevamo, parlavamo, discutevamo di libri e così diventammo
sempre più uniti. Altri isolani chiesero di partecipare e le nostre serate
insieme si trasformarono in riunioni allegre e spensierate. Riuscivamo quasi a
dimenticare, a volte, il buio che imperava. Ci incontriamo ancora oggi, ogni
quindici giorni. E’ a Will Thisbee che si deve il conferimento alla Torta di
Patate nel nome della nostra società. Tedeschi o no, lui non avrebbe preso
parte a nessun incontro se non ci fossero state cibarie! Quindi i rinfreschi
divennero parte integrante del programma. Dato che allora a Guernsey il burro
era scarso, la farina poca, e lo zucchero assente, Will improvvisò una torta di
patate: purè come ripieno, barbabietole passate per dare il sapore dolce e
bucce di patata per la crosta. Le ricette di Will di solito sono di dubbio
gusto, ma questa diventò la nostra preferita.” La storia si svelerà piano piano
grazie a Juliet che è la protagonista, che per caso incomincerà ad avere uno
scambio epistolare con Dawsey, da qui tutte le lettere compongono il libro e
gli eventi, un insieme di dolcezza, fugacità, amore per i libri che fanno
evadere e non pensare. Scritto molto bene, ho adorato Kit e Juliet in
particolare, frizzante, energica e non banale, aggiungerei anche molto
insicura, che come Elizabeth Bennet vedrà coronare l’amore per il suo Darcy.
“Mi chiedo come abbia fatto ad arrivare a Guernsey. Forse i
libri hanno un istinto segreto. Cercano una casa, e trovano il loro lettore
ideale”.
“Ecco ciò che amo della lettura: di un libro ti può
interessare un particolare, e quel particolare ti condurrà a un altro libro, e
da lì arriverai a un terzo. E’ una progressione geometrica. Senza altro scopo
che il puro piacere”.
“Adoro vedere le librerie e incontrare i librai. I librai
sono davvero una razza speciale. Nessuna persona sana di mente di mente
potrebbe aprire un libreria o farci il commesso per soldi. La spinta è solo un
profondo amore per la lettura e per i lettori. Oltre al privilegio di conoscere
le novità editoriali”.
“Ancora oggi mi sorprende che un sacco di persone che vagano
tra gli scaffali non sappiano esattamente cosa cercano: vogliono solo dare
un’occhiata in giro sperando di trovare un libro che colpisca. Poi, siccome
sono abbastanza sveglie da non fidarsi delle belle parole dei risvolti, fanno
al libraio le tre domande fondamentali: (1) Di cosa parla? (2) L’ha letto? (3)
E’ bello?
Un vero libraio – come me o Sophie – non sa mentire. La
faccia ci smaschera sempre. Basta un sopracciglio alzato o una piega della
bocca per rivelare che si tratta di un libro di scarso valore; allora il
cliente sveglio chiederà un consiglio, nel qual caso lo si obbliga a leggerlo.
Se lo legge e lo detesta non si farà più vedere. Ma se invece gli piace sarà
cliente a vita”.
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