martedì 13 gennaio 2015

COSA VUOI FARE DA GRANDE - Angelo Orlando Meloni, Ivan Baio (Un romanzo tragicomico sul futuro dell’istruzione italiana)



Incipit: In terza elementare il piccolo Guido Pennisi non se la passava troppo bene. Orfano di madre, era un bambino taciturno che portava i capelli rifilati col la tazza e si lavava di rado. Nessuno sapeva che mestiere facesse il padre, e lo stesso Guido aveva al riguardo un’idea alquanto nebulosa.
Cosa vuoi fare da grande? E’ una domanda che noi adulti tendiamo a porre spesso ai bambini e loro, con molta ingenuità e convinzione, forniscono le risposte più disparate che andranno dal comunissimo la “ballerina” al “venditore porta a porta” all’”astronauta”.
Si sa, i bambini sono pieni di sogni e di aspettative, ma anche di certezze. Eppure, il Ministero della Pubblica Istruzione ,così come viene immaginato nel romanzo di cui oggi vi parlo, si è preso la briga di prevedere, o meglio in realtà determinare , il destino dei giovanissimi alunni  d’Italia. Come? attraverso l’uso di una macchina, il “futurometro” ideato, in modi e tempi non sospetti,  dal turco Volkan Kursat Bayraktar. Tutto ciò allo scopo di evitare lo “spreco” di risorse e di tempo, cercando di indirizzare ciascuno non tanto verso dove il cuore lo porterebbe (per citare in qualche modo un’altra autrice) quanto verso la direzione a lui più consona ,almeno secondo il risultato fornito dai circuiti dell’elaboratore elettronico.
L’istituto che viene scelto per effettuare una prima dimostrazione dell’infernale aggeggio è la Scuola elementare Attilio Regolo di Milano. Il tutto si svolge in un tempo indeterminato e in luoghi quasi dipinti da un mago dell’astrattismo. I personaggi sono surreali e spesso vuoti, a volte estremi nelle loro esternazioni verbali , ma anche nell’abbigliamento e nel comportamento in genere. Non direi che ci siano dei protagonisti e dei personaggi secondari, ognuno è protagonista, come nella vita reale, ognuno fornisce, nel bene e nel male, un suo contributo alla storia.
Raccontarla, la storia appunto, non è semplice poiché, anche se il fatto si svolge (in linea di massima e ad eccezione di alcuni flashback) in una mattinata, tante vite e tante situazioni si intrecciano e si sviluppano parallelamente quasi a rappresentare, in maniera tragicomica, la realtà che ci circonda.
A tratti esilarante sebbene tragico dopo attenta riflessione, il romanzo ci fa vivere da spettatori, attraverso le immagini che presenta agli occhi del lettore e grazie ad un modo di narrare solo apparentemente leggero, la vuota realtà alla quale ci stiamo sempre più approssimando.
Ho trovato l’idea e lo stile davvero geniali, ho sorriso, riso, riflettuto e credo che chiedere di più ad un solo romanzo sarebbe stato troppo.

Con grande simpatia e disponibilità Angelo Orlando Meloni ha risposto ad alcune domande che gli ho posto. Ecco quindi per voi qualche informazione su di lui e di seguito una breve intervista all’autore.

Angelo Orlando Meloni
E’ nato a Catania e vive a Siracusa. Ha scritto il romanzo “Io non ci volevo venire qui” e qualche racconto nascosto tra le pieghe del web. Aggiorna saltuariamente un blog di colore verde come la speranza, la benzina e l’ecologia, e passa il resto del tempo a creare personaggi fittizi, che prendono poi vita sulla carta o in rete senza che li si possa più distinguere da quelli veri. O viceversa…

1)Una caratteristica del romanzo è l’attribuzione, ad alcuni personaggi, di nomi molto particolari (Vedi Gemma Tuttacani, Marilisola Valcarelli, Anastasia Punzoloni ecc.). A questi si affiancano altri personaggi con nomi molti più semplici e comuni: Maria Indelicato, Guido Pennisi, Gianni Serra. La domanda è se la scelta dei nomi ha un suo compito preciso, ossia se questi sono stati assegnati allo scopo di sottolineare qualcosa.
R: Mi sono voluto divertire, perché tutto ciò fa ridere, o almeno lo speravo come spero che faccia ridere anche qualche generoso lettore. Ma sono forse i nostri veri nomi e i nostri veri titoli, i nostri vestiti con le cravatte rotanti e le paillettes, le nostre facce di palta, le nostre fissazioni, le nostre collezioni di immonde croste e musica incredibilmente brutta, i nostri infiniti salamelecchi meno assurdi, meno buffi, meno grotteschi?

2)”Volkan ne aveva avuto abbastanza. Sudore, puzza, lacrime, sangue, fumo. C’era troppa umanità in quella palestra, si diceva l’ingegnere, e l’umanità è inelegante”. A cosa si riferisce Volkan con il termine “umanità” usato in quel contesto? Qual è, secondo lui (e quindi secondo l’autore che gli ha attribuito questa frase) l’aspetto inelegante che caratterizza in quel momento quel gruppo di individui agli occhi di Volkan?
R:Volkan Kursat Bayraktar è una persona disturbata. I soldi e il successo gli hanno dato alla testa. Succede. Non a tutti, ma a qualcuno succede. La sua figura testimonia all'interno del nostro librettino che l'umanità conosce gli dei e gli dei sono i vip, i multimiliardari & compagnia cantante. L'olimpo esiste. Ma, mentre la classe media agonizza e con essa, in mezzo ad altre cose molto più importanti, agonizza il romanzo come prodotto di consumo capace di arrecare sollazzo spirituale, l'Olimpo è diventato una gran cafonata; più che una benedizione, una specie di penitenza da scontare se si ha successo. Aveva ragione Dylan Dog, cioè Tiziano Sclavi: l'inferno è qui. L'inferno è ora.

3) Leggo nella tua dedica sulla mia copia del romanzo “Abbasso il futurometro, W il futuro”. Pare quindi che ciò che il futurometro simboleggia è la tendenza attuale a prestabilire, attraverso strumenti asettici ed estranei all’individuo,  quelle che debbano essere le strade che ciascuno è più idoneo a percorrere, apparentemente allo scopo di ottimizzare le risorse. Ma, qual è il rischio che la società di oggi corre andando in questa direzione?
R:La fede cieca nella psuedo-scienza tende a fare tutto il giro e a ricadere nel misticismo. A me piace (moltissimo) la scienza, non il feticcio della misurazione, non lo spauracchio del controllo globale, della previsione millimetrica, il fardello delle anti-utopie. Ma va detto che Cosa vuoi fare da grande vuole essere più che un testo filosofico sul libero arbitrio un romanzo d'avventura scritto nel nome della fantasia infantile. E speriamo di aver centrato il bersaglio.


Cosa vuoi fare da grande
ANGELO O. MELONI
IVAN BAIO
DEL VECCHIO EDITORE
Euro 12,00

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