martedì 9 dicembre 2014

L'OMBRA DI JAGO - Vincenzo Maimone



Incipit: Tancredi spense con gesto di stizza il televisore. In realtà avrebbe voluto letteralmente spaccarlo, farlo in mille pezzi. Avrebbe voluto provocare un'esplosione catodica in grado di ridurre ai minimi termini tutto, ma proprio tutto ciò che, fino a quell'istante, era stato costretto a sentire.

Esistono saghe “reversibili” ? (l’espressione non è mia bensì dell’autore, ma mi permetto di citarla) Ebbene, dopo aver ultimato il secondo romanzo dedicato alle vicende del commissario Giacomo Costante e del prof. Tancredi Serravalle posso affermare che, addirittura, l’aver letto il terzo romanzo della serie prima del secondo,  ti mette addosso la curiosità di sapere cosa sia accaduto a Tancredi nell’episodio precedente, quali siano i fatti che si sono consumati nella sua vecchia scuola.

Ecco così che, presa dalla curiosità, mi sono recata in libreria alla ricerca di “L’ombra di Jago”  e, che dire? Sono rimasta sinceramente affascinata dall’argomento trattato dal romanzo.

Ad un primo sguardo il tema principale che colpisce il lettore è quello dell’invidia; invidia studiata da diversi punti di osservazione, quello del mondo degli adulti e quello del mondo degli adolescenti. Invidia che cova negli anni e invidia che nasce e si consuma tragicamente e rapidamente.

Ma tanti altri temi vengono toccati in questa storia dalla trama articolata e coinvolgente. Ad esempio la questione razziale, politica, religiosa. La “piccolezza”  di alcuni individui (che spesso sono poi coloro che ricoprono ruoli chiave nella società).

Al contrario dei gialli polizieschi ai quali siamo abituati, qui sembra quasi che la vicenda in sé, l’indagine appunto, sia solo un punto di partenza, una scusa, per scandagliare l’animo umano e il lato più perfido e marcio della società. Si porta il lettore a cercare di comprendere, dalla sua posizione esterna, non tanto quale sia il movente, bensì  il perché quel certo movente possa condurre, a volte,  a gesti estremi.

In sostanza mi permetto di dire che questo romanzo ha una forte connotazione noir, ma non tanto per i toni e i colori o gli ambienti, quanto proprio nel senso stretto e letterario del termine. Difatti “solitamente si considera il noir differente dal poliziesco tradizionale, perché lo scopo del libro non è soltanto di raccontare e risolvere un crimine. Alla fine del romanzo noir il lettore deve riflettere, rispetto a ciò che ha letto, sulla  realtà che gli sta intorno, deve analizzare il mondo che lo circonda in base alle informazioni che riesce a raccogliere dalla storia. La soluzione del crimine passa quasi in secondo piano”(cit.). Ed è proprio questo l’atteggiamento che “L’ombra di Jago” ci porta ad assumere durante la lettura, un atteggiamento di riflessione sui vari temi che via via vengono toccati dalla storia.
Naturalmente non mancano gli interventi del personale demone socratico di Tancredi, sempre fondamentali e incisivi, sebbene meno ironici questa volta per via delle situazioni in cui il protagonista si imbatte.

Infine, quindi,  l’invito che posso farvi, o meglio il consiglio che posso darvi,  è quello di leggere questo romanzo che fa sì riflettere, ma lo fa usando un linguaggio scorrevole, personaggi credibili e dei protagonisti che si fanno amare e che troveremo molto simili a noi, con i loro dubbi, le loro debolezze, ma anche, perché no, con  la loro forza e i loro ideali incrollabili nel tempo. 

Adesso, per la serie "lettore all'incontrario" acquisterò il primo romanzo della serie (Un nuovo inizio) e ci ritroveremo qui per il commento.

*Il professor Serravalle uscì dall'ufficio con il morale sotto le scarpe. quello che aveva fatto non gli piaceva per niente. Ma, soprattutto, non gli piaceva di aver utilizzato Chiara come alibi per giustificare la sua pusillanimità.
"Ma cosa mi sta succedendo?", continuava a chiedersi.
"Niente di cui debba meravigliarti", cercava di consolarlo il demone socratico.
"Stai solamente crescendo. Stai diventando grande, Tancredi. Nulla più di questo".
"E' così che succede?" E' questo che si diventa? Ipocriti?", domandava Tancredi
"No, Tancredi, si chiama pragmatismo", lo corresse il suo demone

Questo secondo romanzo della serie è edito da Sampognaro e Pupi. Io l'ho preso alla Feltrinelli di Catania, ma lo trovate di sicuro su ibs, amazon e sul sito dell'editore a questi link 



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