venerdì 20 agosto 2010

Hypnotist - M.J.Rose

Lucian Glass appena diciannovenne ha perduto la sua amata Solange, trovata da lui stesso sfregiata e moribonda nel negozio di cornici del padre: Andrè Jacobs.
Il senso di colpa tormenta Lucian ormai da vent’anni, non riesce a darsi pace per essere arrivato tardi a quell’appuntamento con Solange, non riesce a perdonarsi il fatto di non averla salvata.
Adesso, agente dell’FBI specializzato in furti di oggetti d’arte, sta dando la caccia ad un misterioso criminale che sta cercando di impossessarsi della statua greca di Hypnos, dio del sonno, che pare essere contesa da più parti e per motivi differenti.
Nel corso di questa indagine lo stesso Lucian si ritrova a sottoporsi a delle sedute di ipnosi che lo riporteranno a rivisitare situazioni vissute in epoche precedenti i cui risvolti lo aiuteranno nella risoluzione del caso.
Cè una blanda storia d’amore con la cugina-sorella di Solange, Emeline Jacobs, ma, anche qui con strani sviluppi che non mi hanno del tutto convinta (prima fra tutte la teoria secondo la quale Solange si sia reincarnata in lei sebbene alla sua morte Emeline avesse già otto anni…).
Onestamente la trama potrebbe essere interessante ed il romanzo si snoda narrando nei diversi capitoli situazioni parallele apparentemente slegate tra loro. Piacevoli le regressioni in periodi passati.
Una pecca, a mio parere, sta nel fatto che alcune delle storie parallele, alla fine, vengono un po’ trascurate e non si collegano tra loro per creare il gran finale.
Insomma mi è piaciuto il metodo narrativo, ma ho avuto l’impressione che ci fosse troppa carne al fuoco da gestire in poche pagine.
Altra cosa che mi ha lasciata perplessa e l’assenza di una descrizione seppure minima del protagonista, nessun accenno, forse lasciata troppo alla libera immaginazione.

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