mercoledì 6 ottobre 2010

Il re dei giochi - Marco Malvaldi

More about Il re dei giochiQualcuno di voi ha letto il precedente capitolo dedicato al "barrista" Massimo e ai vecchietti di Pineta?
Se così fosse, forse concorderete con me sul fatto che questo ultimo lavoro di Malvaldi è meno spumeggiante e divertente de "La Briscola in cinque".
Forse anche l'intreccio giallo lascia un pò a desiderare, sembra quasi una di quelle sit-com italiane molto semplici come trama e spessore dei personaggi.
La storia stavolta è quella della morte di una donna e del giovanissimo figlio ancora adolescente. I due sono coinvolti in un incidente d'auto e, mentre il ragazzo muore sul colpo, la madre viene assassinata in ospedale.
Ma chi si cela dietro questo delitto? Pochi i sospettati quindi indagine pressochè nulla.
Chiaramente i vecchietti della briscola in cinque, adesso tanto presi dal biliardo che Massimo ha fatto installare nel suo locale (da qui il titolo del libro) si scatenano immediatamente e danno il via ad una serie di situazioni molto divertenti.
Mi spiace dire che anche i luoghi e gli ambienti questa volta non sono ben descritti ed è un peccato poichè credo che l'autore abbia (scusate il gioco di parole)le sue carte da giocare.

Alcuni passi dal testo:
*Il centrosinistra si è affidato a Stefano Carpanesi...a detta degli amici un idealista, una persona che conserva intatti i sogni della giovinezza. A detta dei nemici, un coglione: talmente coglione da non essere in grado da guadagnarsi da vivere con un lavoro onesto ed obbligato quindi a darsi alla politica.
*E' uno di quelli che divide il mondo in buoni e cattivi. Quelli che stanno dalla sua parte sono buoni, sono nel giusto e dicono sempre la verità. Quegli altri sono cattivi, mentono anche quando russano e guardano solo ai loro interessi.Se fosse un sedicenne sarebbe normale, siccome ha cinquant'anni...
*Il secondo assioma del pettegolezzo stabilisce:"se è logicamente plausibile, allora è vero"
*Su alcuni argomenti-religione e politica, prima di tutto- alcune persone non vogliono ragionare perchè hanno paura.

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