
Un romanzo a due voci, quella di Juliàn, anziano signore sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, e quella di Sandra, giovane donna di circa trent’anni, incinta di un uomo che non è certa di amare, che trascorre le sue tranquille giornate nel villino estivo della sorella situato nella Costa Blanca che, a settembre, è ancora immersa nel calore estivo che va a scemare, con nell’aria ancora il profumo delle foglie di limone.
Juliàn e Sandra si incontrano per caso. Juliàn da la caccia ai nazisti sfuggiti alla legge e si imbatte nella coppia dei coniugi Christensen, efferati assassini di guerra. Sandra, invece, viene amorevolmente soccorsa e accolta da una coppia di miti e anziani signori…Karin e Fredrick Christensen. Costoro diventano per lei come come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgo nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso che in realtà nasconde l’inferno.
La storia inizia con le migliori premesse e promesse fatte di storia e di suspance, ma, via via, il tutto sembra confondersi e perdersi in una bolla di sapone.
Il libro si fa leggere, tiene incollati alle pagine, ma la sensazione alla fine è quella di essersi aspettati un genere di romanzo e averne invece trovato un altro.
Le recensioni delle maggiori testate giornalistiche erano entusiastiche, quelle dei lettori un po’ più tiepide.
Ad ogni modo la coppia di tedeschi è inquietante davvero, i loro sguardi, i loro segreti neppure sussurrati mettono i brividi. La sensazione di vedere Sandra rinchiudersi sempre più in una prigione senza sbarre provoca una certa ansia.
La storia d’amore con l’”anguilla” (alias Alberto) è un po’ inverosimile e lo è soprattutto il finale che mette in luce l’identità di quest’ultimo, ma non voglio svelare nulla.
Mi è piaciuto il rapporto tra Sandra e Juliàn, è stato come mettere in contatto, in comunicazione, due generazioni lontanissime tra loro, ma che avevano molto da dirsi e da darsi.
***1/2
*Era un abito di chiffon rosso un po’ luccicante. Con quello addosso Karin sembrava un regalo, un regalo la cui parte migliore era la confezione.
*Non lasciarti suggestionare dal male. La grande specialità del male è farti credere che ha più potere del bene
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