
Martin Eden
Jack London
Edizione BuR (Rizzoli)
Traduzione Oriana Previtali
Può la
cultura, la conoscenza, il nutrimento dello spirito, portare al male di vivere
e condurre alla morte? Tale è la domanda che il lettore si pone nel momento in
cui richiude l’ultima pagina di questo romanzo, forse poco noto rispetto a
tutta la produzione di Jack London (vedi Zanna bianca, Il richiamo della
foresta), ma di sicuro tra i più intensi e umanamente coinvolgenti.
Martin Eden
è un marinaio, un giovane marinaio di appena vent’anni, lavoratore indefesso,
abile boxeur, gentile di animo, ma altrettanto rude e goffo nei modi e
nell’espressione verbale.
Il destino
lo mette sulla strada di un giovane dell’alta borghesia al quale Martin salva
la vita. La vicenda provoca una profonda gratitudine nel ragazzo, per via della
quale Martin viene invitato presso la
dimora della di lui famiglia. E’ qui che, goffo e impacciato come un elefante
in un negozio di cristalli, il marinaio fa la conoscenza di Ruth, sorella del
giovane e donna molto diversa da tutte quelle che Martin ha fino ad allora
conosciuto. E’ così che l’animo poetico di Martin viene stregato da quella
figura di fanciulla così eterea, così sicura di sé, così istruita. Ella diviene
la sua musa, la fonte di ispirazione e il suo punto di arrivo. E’ per lei che
Martin decide di colmare il divario che esiste tra lui e quel mondo di gente
così eccelsa, così perfetta. E’ per lei che la sua sete di sapere e di migliorarsi
diviene la sua unica ragione di vita.
Il romanzo è
perciò il racconto, vissuto a fianco del protagonista, della sua crescita, del
suo cambiamento.
Quella alla
quale assistiamo è la presa di coscienza, da parte di Martin, dell’ambiente che
lo circonda come anche di se stesso, del suo potenziale e della piccolezza di
coloro che egli, in un primo momento, vedeva come giganti.
Il sapere,
la cultura, l’approfondimento, lo portano a guardare il mondo, sia quello
operaio che quello alto-borghese, prendendone le distanze, quasi come avendo
conquistato un punto di osservazione privilegiato e d’insieme. E proprio questa
visione chiara lascia Martin disgustato a
causa di ciò che adesso egli è in grado di vedere e di sentire. “Lesse e rilesse la grammatica che aveva
portato con sé, finchè il suo cervello fresco non ne fu padrone…Con grande
gioia si accorse che il suo orecchio diventava sensibile e che gli si
sviluppavano nervi grammaticali”.

Lo scopo
della donna è quello di plasmare il giovane a suo piacimento, considerandolo
quasi una massa d’argilla. Un rozzo bovaro da addomesticare.
I capricci
di lei rappresentano il capriccio ottuso del borghese tipo, annoiato e
presuntuoso.
Martin è
deciso a diventare uno scrittore e la storia pone il lettore come spettatore arrabbiato e impotente di fronte ai continui
rifiuti da parte delle riviste che, a brevissimo giro di posta, restituiscono
al mittente i suoi dattiloscritti. Nessuno crede in lui, non la famiglia e
neppure la donna che ama.
E quando,
finalmente, giungono i dovuti riconoscimenti al suo lavoro, alla sua fatica, ai
suoi sacrifici, ecco che per Martin è troppo tardi. Il suo entusiasmo si è
spento, il suo cuore è deluso più che spezzato, nessun avvenimento riesce a
procurargli un minimo di gioia.
Una storia
triste? O la normale storia di uno spirito superiore costretto nella gabbia
della miserevole esistenza che lo circonda e della quale ha preso coscienza?
Romanzo
sempre attuale che fa riflettere e
prendere atto della confinatezza degli orizzonti umani. Non esiste via d’uscita
agli occhi dell’autore del quale, dopo aver letto la storia personale, si
comprende la chiara intenzione autobiografica nella stesura del romanzo. London morì,
apparentemente suicida,
in California a soli quarant’anni. La sua vita fu, né più e né meno, quella di
Martin Eden, un giovane vagabondo che dovette adattarsi ai lavori più disparati
e che solo molto tardi ebbe i meritati successi letterari. Se davvero la sua
vita fu stroncata volontariamente per sua mano, il romanzo assume allora i
connotati di un drammatico testamento profetico.
Lettura
molto interessante che richiede la giusta disposizione d’animo del lettore ad
immergersi nel cuore del protagonista ed a vivere in prima persona gli
avvenimenti narrati e l’evoluzione spirituale dello stesso.
Un tassello
in più che non dovrebbe mancare nel bagaglio di un amante della lettura e della
letteratura .
6 commenti:
Bellissima recensione, complimenti. Molto interessante questo romanzo di Jack London: una lettura devvero impegnativa e molto profonda.
Grazie, mi fa piacere che sia passata a leggerla :-). Tu conoscevi già il romanzo? Per me è stato una scoperta
L'ho letto anni fa, ma ho intenzione di rileggerlo perchè ne ho davvero un bel ricordo.
😊
Ops! Non so se la faccina che ho pubblicato sia visibile. ..era un sorriso
Non era visibile infatti ^_^
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