Protagonista della storia è Tony Webster, uomo qualunque,
con una vita qualunque, divorziato dalla moglie Margaret, continuamente
assalito da dubbi e incertezze.
Nella prima parte del romanzo, il capitolo uno (il romanzo
si snoda su due capitoli), incontriamo il protagonista ed i suoi compagni di
scuola proprio all’epoca dei fatti, e per fatti intendiamo l’incontro col nuovo
studente Adrian, così avanti rispetto a tutti loro, il passaggio al college, i
primi incontri amorosi…fino all’apparentemente immotivato suicidio del suddetto
Adrian.
Nella seconda parte veniamo catapultati nel presente. Qui
Tony riceve una lettera da uno studio legale che gli annuncia il lascito (da
parte della madre della sua ex fidanzatina Veronica, poi fidanzata di Adrian)
di una modica cifra e del diario dello stesso Adrian.
Da questo momento Tony è costretto a rivangare il passato, a
rincontrare Veronica, a fare i conti con le parole dure scritte ai suoi amici,
a cercare di capire perché Veronica non voglia consegnargli il diario che gli
spetta e che lei personalmente ora conserva. Tante le domande: perché la madre
di Veronica ha pensato di lasciare qualcosa proprio a lui? Perché era in
possesso del diario di Adrian? Perché Veronica si ostina ad essere così
misteriosa?
A tutte queste domande verrà data alla fine una risposta
che non sto qui ad anticipare e che
forse alcuni lettori comprenderanno man mano che andranno avanti, pagina dopo
pagina.
Di sicuro però, alla fine, ciascuno si dirà che non sempre
tutto è come potrebbe sembrare.
La scrittura è scorrevole e gradevole, non conoscevo questo
autore, ma mi è piaciuto il suo modo di far apparire agli occhi del lettore
delle immagini nitide seppure non perdendosi in minuziose spiegazioni.
Alcuni passaggi tratti dal romanzo:
-
Ad insegnarci la malleabilità del tempo basta un
piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo
rallentano
-
Al tempo era tutto più facile: c’erano meno
soldi, nessun gadget elettronico, una scarsa tirannia della moda, nessuna
ragazza. Niente che ci distraesse dai nostri doveri umani e filiali, vale a
dire studiare, superare gli esami, sfruttare il titolo di studio per trovarci
un lavoro e infine mettere insieme una vita migliore di quella dei nostri
-
Sì certo eravamo presuntuosi, se no a che serve
essere giovani?
-
…mi capitò di chiedermi come mai Veronica non
portasse mai tacchi di nessuna misura. Avevo letto da qualche parte che, se uno
vuole farsi ascoltare dagli altri, non deve alzare la voce, ma abbassarla; è
questo che suscita autentica attenzione. Forse Veronica usava lo stesso
espediente per la statura
-
Adrian pensava in modo logico e agiva in
conseguenza del pensiero logico elaborato. Là dove la maggior parte di noi,
temo, tende a fare il contrario: prendiamo d’impulso una decisione e ci
costruiamo sopra un’infrastruttura di ragionamento che possa giustificarla
-
La mia esistenza si era sviluppata o solo
accumulata?
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