
L'uomo destinatario della missiva è ignaro, sia prima che dopo averla letta, non tanto dei fatti, quanto dei sentimenti in essa contenuti.
La donna scrive che in quel momento il suo figlioletto è morto (è così che inizia la lettera) e lei non può appigliarsi a nient'altro se non all'amore che nutre per l'uomo.
Un amore che, scopriremo insieme all'ignaro lettore, è nato quando lei era appena quindicenne e viveva dirimpetto al suo appartamento. Un amore che da allora e per sempre, è stato e d è rimasto la sua unica ragione di vita.
In tutto questo l'uomo non ne ha mai saputo nulla e, sebbene l'abbia incontrata più e più volte, non l'ha mai riconosciuta nel corso degli anni.
E proprio questo suo essere una sconosciuta agli occhi di lui che rimaneva il dolore più grande della donna, quasi ella fosse "una pietra che si calpesta o uno specchio d'acqua davanti al quale si passa indifferenti".
L'amore di questa donna è infinito e incondizionato, un amore che commuove, un amore vissuto sopra ogni cosa.
In altri romanzi tale abnegazione mi è risultata insopportabile e l'ho condannata, ma Zweig ha saputo renderla con tale ardore e dolcezza da commuovere il lettore che osserva un tale struggimento con grande rispetto.
2 commenti:
bentornata!
Grazie Aghi!!!
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